Perché e dove si sta diffondendo il West Nile in Italia: cause, zone a rischio e aggiornamenti
Il virus West Nile continua a diffondersi in Italia con un quadro epidemiologico ancora monitorato dalle autorità sanitarie. Al 24 luglio 2025, i casi confermati ufficialmente sono 32, principalmente concentrati nella provincia di Latina, nel Lazio, con 21 casi segnalati in quest’area. Nonostante ciò, alcune stime portano a ipotizzare un totale di circa 455 casi considerando anche quelli asintomatici o non diagnosticati, rendendo l’Italia il paese europeo con il maggior numero di infezioni per quest’anno.
Tra i casi confermati, 23 si manifestano nella forma neuro-invasiva, la più grave, con 2 decessi registrati: uno in provincia di Latina, Lazio, e un altro in Piemonte. Nel Lazio, il recente incremento comprende 12 nuovi casi confermati dal Laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS. Tra i pazienti, 2 sono ricoverati in terapia intensiva, 10 in reparti ordinari, 6 sono seguiti a domicilio, mentre 2 sono stati dimessi.
Oltre al Lazio, si segnalano casi sporadici in Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Campania. Quest’ultima regione ha visto emergere un cluster con 8 casi, di cui 4 in terapia intensiva, evidenziando un’attenzione particolare verso queste zone.
Perché il West Nile si sta diffondendo in Italia?
La diffusione del virus è favorita da diversi fattori ambientali e sociali:
- Cambiamenti climatici: Le temperature elevate e le ondate di caldo prolungate, insieme a precipitazioni irregolari, creano condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare vettori (Culex), favorendo così la trasmissione del virus.
- Ambientazione e urbanizzazione: La presenza di ristagni d’acqua dovuti a modifiche ambientali e sviluppo urbano facilita la riproduzione delle zanzare.
- Spostamenti degli uccelli migratori: Gli uccelli fungono da serbatoi naturali del virus e spostandosi ampliano l’area geografica in cui il virus può circolare.
- Prolungamento della stagione di attività delle zanzare: L’attività delle zanzare si estende da luglio a settembre e in alcuni casi anche oltre, mantenendo attivo il ciclo di trasmissione.
Questi fattori rendono difficile il contenimento del virus e contribuiscono all’amplificazione del ciclo di trasmissione tra zanzare e uccelli, aumentando il rischio per l’uomo anche in aree geografiche diverse.
Dove si concentra la diffusione?
La diffusione nel 2025 si concentra principalmente:
- Provincia di Latina, Lazio, con 21 casi confermati, che costituiscono la maggior parte dei casi italiani.
- Campania, con un cluster di 8 casi, di cui 4 gravi in terapia intensiva.
- Altre regioni coinvolte includono Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, con casi sporadici.
Queste aree sono sotto stretta sorveglianza dalle autorità sanitarie.
Come si trasmette il virus?
Il virus West Nile si trasmette principalmente attraverso la puntura di zanzare Culex, che infettano prima gli uccelli serbatoi e poi gli esseri umani e altri mammiferi. Circa l’80% delle infezioni è asintomatica; nel restante 20%, i sintomi possono variare da febbre leggera a forme gravi neuro-invasive come encefalite o meningite, soprattutto in anziani o immunodepressi.
La trasmissione è rara anche tramite donazioni di sangue, trapianti o trasmissione verticale da madre a figlio; non avviene per contatto diretto tra persone.
Misure di prevenzione attive e raccomandazioni
Le autorità italiane, tra cui il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e le Regioni coinvolte, mantengono alta la sorveglianza e la prevenzione attraverso:
- Monitoraggio costante delle aree a rischio.
- Controlli sulla sicurezza di sangue e organi donati.
- Campagne informative per l’uso di repellenti, abbigliamento coprente e l’eliminazione di ristagni d’acqua.
- Inviti a prestare attenzione ai sintomi e rivolgersi tempestivamente ai medici in caso di sospetto.
Il virus West Nile in Italia nel 2025 continua a essere una sfida sanitaria con focolai concentrati soprattutto nel Lazio (provincia di Latina) e cluster critici in Campania. Le misure di sorveglianza e prevenzione sono fondamentali per limitare l’impatto, soprattutto proteggendo le categorie più vulnerabili.
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