PFAS nell’aria: Alessandria e Piemonte le zone più contaminate d’Italia

Le sostanze poli- e per-fluoroalchiliche, note come PFAS o “inquinanti eterni”, non sono presenti solo nelle acque, ma anche nell’aria che respiriamo. L’Unità Investigativa di Greenpeace Italia ha analizzato i dati del Registro europeo Pollutant Release and Transfer Register (PRTR), evidenziando la portata di queste emissioni in oltre 4 mila stabilimenti industriali italiani.

Piemonte e Alessandria: epicentro delle emissioni

Secondo l’analisi, tra il 2007 e il 2023 sono state rilasciate 3.766 tonnellate di F-gas, in gran parte PFAS. Il Piemonte è il principale responsabile con il 76% delle emissioni italiane, e il Comune di Alessandria da solo contribuisce con 2.828 tonnellate. Altre regioni come Veneto, Lombardia e Toscana registrano valori inferiori, ma comunque significativi.

Riduzione recente delle emissioni

Negli ultimi anni le emissioni hanno mostrato una riduzione, in parte dovuta alla pandemia e in parte all’introduzione del C604 in sostituzione dei PFAS. Tuttavia, studi scientifici indicano che anche questa sostanza può avere effetti negativi sugli ecosistemi, rendendo urgente l’adozione di alternative sicure già disponibili sul mercato.

PFAS e cambiamenti climatici

Oltre ai rischi sanitari, gli F-gas sono potenti gas a effetto serra, con un potenziale di riscaldamento globale migliaia di volte superiore a quello della CO2. Ad esempio, l’HCFC-22 ha un potenziale 5.280 volte superiore rispetto all’anidride carbonica. Azzerare le emissioni di PFAS rappresenterebbe quindi un importante passo anche nella lotta ai cambiamenti climatici.

Alternative e responsabilità industriale

Secondo Greenpeace Italia e studi ISPRA, sostituire i PFAS con alternative non pericolose è possibile e urgente. È necessaria una collaborazione tra istituzioni e industria per proteggere la salute dei cittadini e ridurre l’impatto ambientale, garantendo al contempo la continuità produttiva delle imprese.