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PFAS nel sangue di 24 leader europei: contaminazione oltre i limiti di sicurezza

Europa

PFAS nel sangue di 24 leader europei: contaminazione oltre i limiti di sicurezza

I risultati dei test condotti su 24 alti funzionari dell’Unione Europea hanno rivelato la presenza di sostanze chimiche perfluoroalchiliche, note come PFAS, in tutti i soggetti esaminati. I test, realizzati su leader provenienti da 19 paesi, hanno evidenziato che nessuno è immune dall’esposizione a queste sostanze persistenti.

In metà dei casi, i livelli rilevati superano i limiti oltre i quali non si possono escludere impatti negativi sulla salute. Le sostanze chimiche rilevate includono sei tra i PFAS già regolamentati in Europa, tra cui PFOA, PFOS e PFNA.

L’iniziativa guidata dalla Danimarca

L’iniziativa è stata promossa dal Ministero danese dell’ambiente, in collaborazione con l’Ufficio europeo per l’ambiente (EEB) e l’organizzazione ChemSec. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori europei sull’urgenza di intervenire contro l’inquinamento da PFAS.

Secondo gli esperti coinvolti, i risultati sono allarmanti ma anche indicativi della necessità di azioni legislative rapide e ambiziose per limitare l’esposizione a queste sostanze e promuovere alternative sostenibili.

Livelli superiori ai valori di riferimento

Tutti i funzionari testati presentano nel sangue concentrazioni di PFAS superiori a 2 ng/ml, soglia oltre la quale le autorità sanitarie statunitensi raccomandano controlli medici specifici. Metà di loro ha superato anche il valore di riferimento europeo di 6,9 ng/ml, che considera l’esposizione combinata a PFOA, PFNA, PFHxS e PFOS.

Il composto più rilevato è stato il PFOS, nonostante sia vietato in Europa dal 2008. Questo conferma la persistenza di queste sostanze nell’ambiente e il loro potenziale accumulo nel corpo umano.

Divieto universale sui PFAS

Sebbene alcuni divieti siano in vigore, i risultati dei test mostrano come i cosiddetti PFAS alternativi o di nuova generazione continuino ad accumularsi nel sangue. Il rischio di sostituzioni pericolose è concreto, e per questo le organizzazioni promotrici della campagna chiedono un divieto universale, non limitato ai soli prodotti di consumo.

La bonifica dell’inquinamento esistente potrebbe costare fino a 2.000 miliardi di euro nei prossimi 20 anni, mentre i costi sanitari annuali aggiuntivi sono stimati tra i 52 e gli 84 miliardi. Prevenire, quindi, è anche una scelta economicamente vantaggiosa.

“La contaminazione non risparmia nessuno”: le parole dei politici

Diverse figure tra i leader UE testati hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche in merito ai risultati, riconoscendo l’importanza dell’azione politica contro i PFAS:

Jessika Roswall, Commissaria europea per l’ambiente, ha dichiarato:

«Come molti altri cittadini in tutta Europa, ho PFAS nel mio corpo. Sono risultata positiva a 6 PFAS su 13, inclusi alcuni classificati come tossici per la salute riproduttiva. L’inquinamento da PFAS è un problema vitale per la salute pubblica. Questo rafforza la mia determinazione a promuovere un divieto UE sui PFAS nei prodotti di consumo e a lavorare per alternative sostenibili.»

Magnus Heunicke, Ministro danese per l’ambiente e l’uguaglianza di genere, ha spiegato:

 «Le sostanze sono state diffuse nell’industria, negli esseri umani e nell’ambiente, e perciò, come previsto, il PFAS è stato trovato nel mio sangue. Ho rilevato quattro sostanze, tre delle quali potenzialmente pericolose per la salute fetale, come interferenti endocrini. Il quadro è inquietante e serve un’azione forte in tutta l’UE per prevenire, contenere e bonificare il PFAS.»

Jean‑Luc Crucke, Ministro belga per il clima e la transizione ambientale, ha osservato:

 «È drammatico vedere che, nonostante i divieti esistenti, i PFAS sono ancora presenti nel nostro sangue. Ciò dimostra che queste “sostanze chimiche eterne” non sono solo un’eredità del passato, ma una minaccia continua per la salute e l’ambiente. Il Belgio sostiene pienamente l’ambizione dell’Unione Europea di eliminare gradualmente i PFAS, ma crediamo che il processo debba essere accelerato.»

Agnès Pannier‑Runacher, Ministra francese per la transizione ecologica, ha affermato:

«I risultati del mio test del sangue illustrano una constatazione scientifica chiara: i PFAS colpiscono l’intera popolazione. Nel mio corpo sono state trovate diverse sostanze. Anche se, nel mio caso, le concentrazioni sono inferiori alle soglie note finora, la loro mera presenza ci ricorda l’urgenza di ridurre l’uso di queste sostanze nella nostra vita quotidiana. La Francia è determinata a identificare le fonti di contaminazione e proteggere la popolazione.»

Altri leader hanno ribadito che il fenomeno è generalizzato e che le restrizioni attuali non sono sufficienti a garantirne l’eliminazione.

La regolamentazione funziona

Un dato positivo emerge dal test del sangue di Leena Ylä-Mononen, direttrice dell’Agenzia europea dell’ambiente, che mostra un calo dei livelli di PFAS rispetto ai valori precedenti. Questo conferma che le restrizioni già in vigore stanno iniziando a funzionare.

Il messaggio è chiaro: dove la regolamentazione è attiva e severa, la contaminazione può essere contenuta. Per questo è urgente approvare un divieto esteso a tutti i PFAS, evitando eccezioni e ritardi.

Il manifesto “Stop PFAS”: oltre 100 organizzazioni chiedono una svolta

Oltre 100 organizzazioni europee hanno lanciato il manifesto “Stop PFAS”, chiedendo ai leader europei di sostenere la proposta di restrizione universale. L’appello evidenzia che un divieto parziale non basta: serve una strategia decisa per fermare l’inquinamento e tutelare la salute pubblica, oggi e per le generazioni future.

L’Europa di fronte a una scelta cruciale per la salute e l’ambiente

Con la revisione del regolamento REACH e la valutazione della proposta di divieto universale, l’Unione Europea si trova a un bivio nella gestione delle sostanze pericolose. I risultati dei test sui leader UE rappresentano un campanello d’allarme che non può essere ignorato.

Agire ora, con decisione, è l’unico modo per evitare che l’inquinamento da PFAS continui a diffondersi e per garantire un futuro più sicuro e sostenibile a tutti i cittadini europei.

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