Loading Now

PFAS, storica esemplare in Veneto. Medici ISDE: “Ora avanti con bonifiche e divieti”

Pfas sentenza Veneto

PFAS, storica esemplare in Veneto. Medici ISDE: “Ora avanti con bonifiche e divieti”

È una delle sentenze ambientali più dure mai pronunciate in Italia: il Tribunale di Vicenza ha condannato a un totale di 141 anni di reclusione i vertici di Miteni, azienda chimica responsabile del più vasto caso di contaminazione da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nel nostro Paese.
Il disastro ha interessato una vasta area del Veneto, toccando le province di Vicenza, Verona e Padova, e ha esposto oltre 300.000 cittadini a sostanze altamente tossiche.

La sentenza riconosce le responsabilità penali per disastro ambientale doloso e avvelenamento delle acque, segnando un punto di svolta nella storia della giustizia ambientale italiana.

Il ruolo chiave dei medici ISDE: denuncia, studio, impegno civile

Tra i protagonisti di questo percorso verso la verità, spicca il contributo fondamentale di ISDE – Medici per l’Ambiente Italia, costituitasi parte civile nel processo.
L’associazione esprime “profonda soddisfazione e gratitudine” per un verdetto che rappresenta “un riconoscimento giuridico e scientifico senza precedenti”.

  • Il dott. Vincenzo Cordiano, ex presidente ISDE Veneto, fu il primo a denunciare la contaminazione nel 2013, anticipando media e istituzioni.
  • Il dott. Francesco Bertola ha condotto uno studio innovativo sugli effetti dei PFAS sulla fertilità maschile, rivelando danni intergenerazionali preoccupanti.
  • Il dott. Edoardo Bai, storico medico ambientale, ha contribuito a ricostruire e divulgare la catena di responsabilità.
  • La dott.ssa Vitalia Murgia, dirigente ISDE, ha reso accessibile e mediatica l’emergenza PFAS a livello nazionale.

Grazie a questo lavoro multidisciplinare e indipendente, si è potuto costruire un quadro scientifico e umano che ha dato forza all’azione giudiziaria.

Un precedente fondamentale: ora servono bonifiche e divieti

ISDE Italia sottolinea che “la giustizia ha fatto il primo passo, ma la battaglia non è finita”.
I medici chiedono con forza:

  • la bonifica immediata dei territori contaminati
  • il divieto totale dell’uso dei PFAS, come già richiesto da molti organismi scientifici
  • la tutela sanitaria delle popolazioni esposte, anche attraverso screening e monitoraggi gratuiti

Il caso veneto assume un valore emblematico anche sul piano internazionale, in un momento in cui l’Europa discute il bando totale dei PFAS in tutti i settori industriali.

Non c’è salute senza giustizia ambientale

La sentenza di Vicenza segna un punto di svolta, ma impone una responsabilità collettiva: non c’è salute senza giustizia ambientale.
Come ricorda ISDE, il diritto alla salute non può prescindere da un ambiente sano, acqua sicura e istituzioni capaci di proteggere le generazioni future.

“Senza il lavoro di questi medici, questa verità sarebbe rimasta sepolta sotto anni di silenzi e omissioni”.

Share this content: