Piano Sociale Clima, 11 organizzazioni ambientaliste bocciano il Governo
La terza fase della consultazione pubblica sul Piano Sociale per il Clima (PSC) del Governo ha scatenato una forte reazione da parte di undici importanti organizzazioni e reti ambientaliste e sociali. Forum Disuguaglianze e Diversità, Legambiente, WWF, Transport & Environment, Caritas Italiana, Clean Cities Campaign, CNCA, Greenpeace, Kyoto Club, MIRA Network e Nuove Ri-Generazioni hanno presentato un documento congiunto, esprimendo severe critiche e proposte di miglioramento.
Le organizzazioni riconoscono il PSC come uno strumento fondamentale per affrontare la transizione ecologica e le sfide sociali, soprattutto in relazione all’impatto del nuovo sistema ETS2 (Emission Trading System 2) sui settori della mobilità e dell’edilizia. Tuttavia, denunciano con fermezza una serie di gravi lacune:
- Assenza di analisi d’impatto sociale: Non è stata condotta un’analisi approfondita sull’impatto che il sistema ETS2 avrà sui soggetti vulnerabili.
- Mancanza di strategia e coerenza: Il piano è privo di una strategia complessiva chiara e le misure proposte mancano di coerenza tra loro.
- Carenze nel processo partecipativo: La consultazione è stata avviata con grave ritardo, a ridosso delle scadenze comunitarie, e senza un’adeguata cornice analitica, limitando così l’efficacia del coinvolgimento della società civile.
Queste carenze, secondo le organizzazioni, hanno prodotto una bozza di piano frammentaria, “non all’altezza delle reali necessità e complessità sociali e territoriali che dovrebbe affrontare” e che rischia di sprecare le opportunità offerte dal Fondo sociale per il clima, voluto dall’Unione Europea.
Proposte di Miglioramento nei Settori Chiave
Le osservazioni delle organizzazioni si sono concentrate su alcune misure chiave nell’edilizia e nei trasporti:
- Riqualificazione Energetica degli Edifici: Richiesto un rafforzamento delle misure, con un innalzamento degli obiettivi minimi di efficienza in coerenza con la decarbonizzazione e una maggiore efficacia nella tutela delle fasce vulnerabili.
- Microimprese Vulnerabili: Necessaria una revisione dei criteri di accesso ai sostegni, ritenuti imprecisi, e una maggiore efficacia nel perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
- Reddito Energetico: Richiesta l’integrazione di sistemi di accumulo tra le misure proposte e l’estensione dei destinatari dell’intervento anche agli affittuari.
- Tutor per l’Energia Domestica (TED): Il “tutor” che dovrebbe aiutare le famiglie vulnerabili a gestire i costi energetici sconta, nella formulazione attuale, un’impostazione eccessivamente tecnico-professionale. Le organizzazioni propongono che il TED sia “radicato nei territori di intervento, coinvolgendo le realtà istituzionali e sociali esistenti”.
- Settore Trasporti: Chiesto una revisione dei bonus per veicoli nuovi e usati, con maggiore attenzione verso i vulnerabili e alle caratteristiche territoriali, oltre a un rafforzamento della misura per il trasporto integrato attraverso un migliore coordinamento e una pianificazione efficace.
Le organizzazioni auspicano che la consultazione prosegua con un reale percorso di co-progettazione, al fine di costruire politiche pubbliche strutturali e inclusive. Solo così, affermano, sarà possibile garantire una transizione ecologica giusta, capace di ridurre le disuguaglianze e di proteggere le fasce più fragili della popolazione.
Sarà interessante vedere come il Governo recepirà queste critiche e proposte, e se il Piano Sociale per il Clima riuscirà a trasformarsi in uno strumento realmente efficace e socialmente equo per la transizione verde del Paese.
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