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Fallimento trattato plastica: ADUC invita i cittadini a non aspettare la politica

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Fallimento trattato plastica: ADUC invita i cittadini a non aspettare la politica

Plastica e inquinamento: il fallimento dei trattati a Ginevra

Il negoziato internazionale per un trattato vincolante contro l’inquinamento da plastica ha subito una battuta d’arresto a Ginevra. Come fa notare l’associazione dei consumatori Aduc, diversi Paesi con forti interessi petrolchimici hanno respinto i limiti alla produzione di plastica vergine. Una situazione che ricorda da vicino le resistenze storiche incontrate su temi come il tabacco, gli PFAS, l’amianto e il cambiamento climatico.



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La posizione di ADUC: serve un trattato ma anche consapevolezza diffusa

Secondo l’ADUC, il fallimento dei negoziati di Ginevra conferma quanto i grandi interessi economici siano in grado di bloccare le decisioni politiche anche davanti a evidenze scientifiche ormai consolidate. L’associazione sottolinea la necessità di un trattato vincolante per ridurre la produzione di plastica vergine, ma richiama anche l’urgenza di una mobilitazione dei cittadini: sono infatti i comportamenti individuali e collettivi, dalla scelta dei prodotti al consumo responsabile, a poter incidere in modo immediato e a costringere istituzioni e aziende a cambiare rotta.

Perché serve un trattato globale sulla plastica

L’urgenza è legata soprattutto alle microplastiche e nanoplastiche, ormai presenti in mari, fiumi, aria e persino nei nostri corpi. I rischi per la salute e l’ambiente sono documentati da numerosi studi scientifici. Nonostante ciò, gli interessi economici continuano a frenare un’azione concreta.

Cosa possono fare i consumatori

In attesa di un accordo globale, la consapevolezza dei consumatori resta un’arma potente. La storia insegna:

  • Nel 1987, con il Protocollo di Montreal, la mobilitazione globale portò all’eliminazione degli aerosol responsabili del buco nell’ozono.
  • Le microsfere di plastica nei cosmetici sono state gradualmente eliminate grazie alle scelte dei consumatori e alle successive decisioni dei governi.

Secondo il rapporto IUCN, le microplastiche derivano non solo dai rifiuti mal gestiti, ma anche da tessuti sintetici, pneumatici e tappeti. Per questo, azioni quotidiane possono ridurre l’impatto:

  • Acquistare meno vestiti e preferire fibre naturali.
  • Usare mezzi pubblici, bicicletta o camminare al posto dell’auto.
  • Evitare tappeti e rivestimenti sintetici negli ambienti chiusi.

Dalla consapevolezza all’azione politica

Piccoli gesti individuali, diffusi e condivisi, possono creare una consapevolezza collettiva capace di influenzare le istituzioni. È necessario che questa pressione sociale si traduca in scelte politiche coraggiose, in grado di portare finalmente a un trattato globale contro l’inquinamento da plastica.

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