Ponte sullo Stretto, via libera dal CIPESS. Associazioni: “Azzardo economico e ambientale”
La decisione del CIPESS di approvare la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina viene definita un “vero e proprio azzardo” dalle principali associazioni ambientaliste italiane: Greenpeace, Lipu, Legambiente e WWF Italia. In un comunicato congiunto, le associazioni dichiarano di voler smontare la retorica trionfalistica del Governo, accusando il progetto di essere un’iniziativa politica con conseguenze economiche e ambientali disastrose per il Paese.
La decisione del CIPESS arriva dopo una procedura amministrativa complessa e l’approvazione di leggi “ad pontem” che, secondo le associazioni, sono già oggetto di ricorsi e reclami comunitari. L’incertezza che circonda il progetto è totale e rimanda a fasi successive test cruciali, come le prove di fatica sulla tenuta dei cavi e gli approfondimenti sismici.
Le associazioni: dati e cifre smentiscono propaganda governativa
Le associazioni contestano punto per punto le rassicurazioni del Governo. Si mette in dubbio la copertura finanziaria di un’opera il cui costo, stimato a 13,5 miliardi di euro, è già stato definito da alcune testate finanziarie più vicino ai 14,6 miliardi. Le organizzazioni denunciano che il Governo sta tentando di far passare questi costi tra le spese militari, aggirando il patto di stabilità, e che ha sottratto oltre 6 miliardi di euro dai Fondi di Coesione e Sviluppo (di cui 1,6 miliardi dalle Regioni Sicilia e Calabria), risorse destinate a servizi essenziali, scuole e sanità.
Il comunicato definisce “ingenuo” credere che i 13,5 miliardi di euro attuali non cresceranno ulteriormente, ricordando che il costo stimato 10 anni fa era di 8,5 miliardi. Un ulteriore aspetto critico è la penale da 1,5 miliardi di euro prevista in caso di mancata realizzazione dell’opera, che andrebbe al Consorzio Eurolink, un’entità che ha ottenuto l’affidamento senza gara grazie a una “discutibile interpretazione normativa”.
Una soluzione migliore e più sostenibile esiste già
Le associazioni sottolineano come l’opera non abbia nulla a che fare con il reale miglioramento del sistema trasportistico. Viene proposta un’alternativa concreta e più economica: una “radicale revisione del sistema dell’attraversamento dinamico dello Stretto”. Questo includerebbe nuovi traghetti e aliscafi a bassissimo impatto ambientale, appositamente progettati per i treni ad alta velocità, e il ripristino di collegamenti efficienti. Questa soluzione costerebbe “un terzo del Ponte e garantirebbe una mobilità più flessibile e idonea alle esigenze del territorio”, senza i costi e i rischi ambientali del Ponte.
Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno denunciato per anni gli “impatti ambientali irreversibili e non mitigabili” del progetto, che sono stati ammessi nella valutazione di impatto ambientale solo concedendo una deroga per “presunti motivi imperativi di rilevante interesse pubblico”. Un’opera dall’“effetto miracolistico”, che promette di risolvere tutti i problemi di Sicilia e Calabria, ma i cui numeri e analisi non convincono gli esperti.
Le associazioni concludono ribadendo che continueranno a sostenere le proprie tesi e a ricorrere in tutte le sedi possibili, affinché non si compia uno “scempio” e non si sperperino miliardi di euro in un’opera considerata inutile, mentre il trasporto pubblico dell’intero Paese si trova in condizioni sempre più insostenibili.
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