Loading Now

Ponte sullo Stretto, nuovo reclamo all’UE delle associazioni ambientaliste

ponte Stretto reclamo UE

Ponte sullo Stretto, nuovo reclamo all’UE delle associazioni ambientaliste

Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno presentato un nuovo reclamo alla Commissione Europea contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, denunciando una violazione delle Direttive Habitat e Uccelli e l’elusione delle procedure comunitarie a tutela della biodiversità.

L’opera, pur dichiarata compatibile con l’ambiente da parte della Commissione VIA VAS italiana, è stata condizionata a 62 prescrizioni – molte delle quali non ancora ottemperate – tra cui una valutazione di incidenza di livello III, prevista proprio nei casi in cui siano presenti impatti ambientali certi e non mitigabili.

Un’opera che incide su un ecosistema unico e fragile

Lo Stretto di Messina è riconosciuto a livello europeo come area ad alto valore ecologico, rientrando nella Rete Natura 2000. Qui transitano milioni di uccelli migratori ogni anno, ed è presente una straordinaria biodiversità terrestre e marina. Proprio per questo la normativa europea impone che, in caso di opere che incidano su questi territori, vengano rispettate tre condizioni inderogabili:

  1. Assenza di alternative al progetto che produce impatti
  2. Motivi imperativi di rilevante interesse pubblico
  3. Misure compensative efficaci per gli impatti provocati

Secondo le associazioni, nessuna di queste condizioni è stata rispettata, e le argomentazioni portate dal Governo – come motivazioni militari o sanitarie – risultano strumentali, anacronistiche e prive di fondamento tecnico.

Analisi lacunose e compensazioni insufficienti

Il reclamo sottolinea la grave insufficienza delle misure compensative proposte e l’uso di dati naturalistici obsoleti (risalenti al 2011) per valutare gli impatti sull’avifauna. L’ISPRA stessa ha dichiarato che, per alcune specie in stato di conservazione sfavorevole, “l’impatto non è mitigabile né compensabile”.

Inoltre, non sono state analizzate seriamente le alternative progettuali, come previsto dalle direttive europee, e non sono stati valutati gli effetti cumulativi con altre opere infrastrutturali già previste nella stessa area.

Perché l’Europa non può voltarsi dall’altra parte

La Commissione VIA VAS italiana ha sostanzialmente preso atto delle decisioni del Governo, senza entrare nel merito tecnico-scientifico. Ma la normativa europea impone valutazioni oggettive e indipendenti, proprio per evitare conflitti d’interesse e garantire la salvaguardia di territori sensibili.

Il nuovo reclamo rafforza la richiesta già inviata il 27 marzo e punta ad aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia, che rischia di compromettere uno dei più importanti corridoi ecologici del Mediterraneo in nome di un’opera dai dubbi benefici economici e sociali.

Share this content: