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Ponte sullo Stretto, allarme del Wwf: quattro ragioni per stoppare tutto

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Ponte sullo Stretto, allarme del Wwf: quattro ragioni per stoppare tutto

Aperta la procedura di VIA per il Ponte sullo Stretto. Wwf pronto a dar battaglia in tribunale. Secondo l’associazione ambientalista “lo scopo di chi ha aperto ieri sera la procedura sul ponte di Messina è inibire la partecipazione del pubblico interessato (associazioni, comitati e singoli cittadini. Condizionare l’iter autorizzativo, forzare la mano ai Comuni per dare l’ok ad una maxiopera ad elevatissimo impatto economico, sociale e ambientale, che ancora manca di analisi essenziali. Riguardanti, come abbiamo visto nei giorni scorsi, il rischio terremoti e la ventosità dell’area, sottolinea il WWF Italia”.



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Le quattro ragioni per lo stop al Ponte

Quattro i nodi e, in sintesi, ciò che viene contestato dal WWF, qui di seguito elencati:

1) La VIA doveva essere fatta da capo su tutta la documentazione, visto che sono passati più di 5 anni senza che l’opera sia stata realizzata dopo il Parere del 2013 della Commissione VIA.


2) Si fa ancora riferimento alle procedure accelerate e semplificate della legge Obiettivo (legge 443/2001) quando la legge 443/2001 è stata abrogata per le parti legate alla procedura nel 2016 (Codice degli appalti 2016) e il suo decreto attuativo (DL n. 190/2002 è stato interamente abrogato nel 2006 (Codice appalti 2006).


3) I tempi (da 60 a 30 giorni) si dimezzano per la redazione e presentazione delle osservazioni da parte del pubblico nell’ambito della VIA, facendo un riferimento strumentale alle procedure PNRR-PNIEC. I cittadini saranno costretti ad esaminare nell’arco di un mese decine di migliaia di pagine di documenti.


4) I Comuni, partecipanti alla Conferenza di Servizi, che si concluderà in 90 giorni, potranno proporre solo richieste di adeguamento, di prescrizioni o varianti migliorative del progetto che non modifichino le localizzazioni e le caratteristiche essenziali delle opere.

Costituito un gruppo di lavoro di 40 esperti

Il WWF ha costituito insieme ad altre associazioni ambientaliste (Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu) e comitati (Invece del Ponte) un gruppo di lavoro di oltre 40 esperti. L’obiettivo è inviare le proprie osservazioni sul progetto sottoposto a VIA. “È inaccettabile – sottolinea il WWF – che si pongano dei limiti alla partecipazione del pubblico alla VIA su un’opera dagli impatti così devastanti per l’ambiente e le tasche dei cittadini. Il costo stimato del ponte varia dagli 11,6 ai 14,6 miliardi di euro. Per questa ragione siamo pronti ad adire tutte le sedi, anche quelle giudiziarie”.

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