Università di Perugia e LAV: premio per tesi su ricerca scientifica senza animali
LAV e l’Università degli Studi di Perugia hanno lanciato un importante appello rivolto alla comunità scientifica: promuovere una ricerca etica, innovativa e completamente animal-free. Con l’istituzione di un premio del valore di 2000 euro, si intende riconoscere e valorizzare l’impegno di giovani ricercatori che si dedicano allo sviluppo di modelli sperimentali basati sull’essere umano, per una scienza più sostenibile e attendibile.
Premio per sostenere la ricerca etica
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la LAV (Lega Anti Vivisezione) e l’Università di Perugia, con il sostegno economico della sede territoriale LAV di Perugia. Il premio è destinato a tesi di laurea o dottorato che trattano metodi scientifici alternativi alla sperimentazione animale, in ambito medico e veterinario.
Possono partecipare i laureati e dottori di ricerca che hanno conseguito il titolo tra il 1° ottobre 2024 e il 30 luglio 2025 presso l’Ateneo di Perugia.
Modalità di partecipazione
Per candidarsi al concorso, è necessario inviare una copia della tesi accompagnata da un breve Curriculum Vitae all’indirizzo email lav.perugia@lav.it entro il 20 settembre 2025. Eventuali proroghe saranno pubblicate sul sito ufficiale dell’Università di Perugia.
Una scelta scientifica e politica
Secondo Michela Kuan, responsabile dell’area ricerca senza animali di LAV, l’iniziativa rappresenta una risposta concreta alla mancanza di finanziamenti per lo sviluppo di metodi alternativi in Italia. “Nonostante il mondo scientifico sia unanime sulla necessità di muoversi verso una ricerca human-based, la quasi totalità dei fondi viene ancora destinata alla sperimentazione animale”, ha dichiarato.
Riconoscimento al coraggio dei giovani ricercatori
Con questo premio, LAV e Università di Perugia intendono dare visibilità e supporto a quei giovani che, con coraggio e determinazione, portano avanti progetti innovativi nonostante le difficoltà strutturali e politiche. Si tratta di un’opportunità concreta per promuovere una scienza fondata sul rispetto della vita e sull’affidabilità dei risultati, lontana da pratiche superate.
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