Prodotti petroliferi: ad aprile consumi in crescita grazie a mobilità e turismo
Nel mese di aprile 2025, il mercato dei prodotti petroliferi in Italia ha mostrato segnali di ripresa. Secondo il report diffuso dall’Unem (Unione energie per la mobilità), le vendite al mercato, escluse quindi le attività industriali legate alla raffinazione, sono aumentate del 3,7% rispetto allo stesso mese del 2024. Un incremento pari a circa 154.000 tonnellate, favorito in parte dalla diversa calendarizzazione della Pasqua – caduta quest’anno a marzo – e da una serie di eventi turistici che hanno incrementato la mobilità interna e verso il nostro Paese.
Benzina in crescita
La crescita è stata trainata soprattutto dai carburanti destinati ai trasporti, che rappresentano oltre l’80% delle vendite complessive. In particolare, la benzina ha registrato un notevole +6,5%, pari a 45.000 tonnellate in più, confermando una tendenza già evidente nei mesi precedenti. Questo aumento si lega in modo diretto alla progressiva ibridizzazione del parco auto italiano: sempre più consumatori scelgono vetture ibride, che fanno un uso maggiore di benzina rispetto ai modelli tradizionali diesel. Non a caso, rispetto al periodo pre-pandemico, i consumi di benzina risultano in crescita di oltre il 20%, tornando su livelli che non si registravano dal 2011.
Anche il jet fuel, carburante utilizzato per l’aviazione, ha continuato a crescere, seppur a ritmi più contenuti rispetto ai picchi recenti. L’incremento del 2,7% su base annua conferma il progressivo ritorno alla normalità dei voli commerciali e privati, con volumi superiori del 6,3% rispetto all’era pre-Covid. Il gasolio per autotrazione ha invece segnato un modesto +0,9%, con una dinamica differenziata tra il canale rete, in lieve crescita, e quello extra-rete, che ha registrato una flessione.
Il Mediterraneo diventa SECA
Un altro elemento di rilievo riguarda il comparto marittimo. Dopo tre mesi di cali consistenti, il bunker marina – ovvero i combustibili per le navi – è tornato a crescere, anche se solo dello 0,6%. Si tratta però di un segnale importante, in vista della trasformazione del Mediterraneo in area SECA (Sulphur Emission Control Area), a partire dal 1° maggio 2025. La nuova normativa impone l’uso esclusivo di combustibili a basso contenuto di zolfo, e sta già influenzando le scelte del settore navale, con un graduale spostamento dall’olio combustibile al gasolio.
Nel mese di aprile si registrano dati positivi anche per il GPL destinato all’autotrazione, in crescita del 2,3%, e per i lubrificanti – sia per uso motore che industriale – che fanno segnare un +5,6%. In controtendenza i bitumi, le cui vendite sono crollate del 10,7%, in gran parte a causa delle condizioni meteo avverse e della pausa dei lavori stradali durante le festività.
Prezzi in calo grazie ai mercati internazionali
Nel mese di aprile, i consumatori hanno beneficiato anche di una diminuzione dei prezzi alla pompa. Benzina e gasolio hanno registrato un calo di oltre 6 centesimi al litro, riflettendo la flessione delle quotazioni internazionali. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, i prezzi risultano oggi più bassi di ben 17 centesimi al litro. A livello industriale, quindi al netto delle accise e dell’IVA, l’Italia presenta valori inferiori di circa 2 centesimi rispetto alla media dei Paesi dell’Eurozona.
Il primo quadrimestre resta negativo
Nonostante l’andamento positivo di aprile, il bilancio del primo quadrimestre 2025 si chiude in negativo. Le vendite al mercato hanno toccato quota 16,1 milioni di tonnellate, in calo dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il gasolio motori è stato il principale responsabile della flessione, con una perdita di oltre 210.000 tonnellate, pari all’88% del calo complessivo.
A compensare parzialmente ci sono i risultati positivi della benzina, cresciuta dell’1,5%, e del jet fuel, che ha guadagnato un solido +4,4%. In calo invece i consumi di bunker marina (-11,7%) e GPL per autotrazione (-2%). I lubrificanti risultano sostanzialmente stabili.
Settore industriale in calo
Ancora più marcata la flessione se si guarda ai consumi petroliferi complessivi, che includono anche il settore industriale. Qui il calo nel primo quadrimestre arriva al 3,3%, causato soprattutto dalla contrazione della domanda nella petrolchimica e dalle fermate programmate di alcune raffinerie per manutenzione. Questi due fattori hanno contribuito per oltre il 78% alla riduzione di circa 600.000 tonnellate registrata su scala nazionale.
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