Il cambiamento climatico affonda il raccolto di nocciole in Italia
Il 2025 si conferma un anno estremamente critico per la nocciolicoltura italiana. Le stime indicano un calo medio della produzione del 30%, con punte che superano il 60% in alcune zone del paese. Le cause sono numerose e interconnesse: cambiamenti climatici, sbilanci termici, siccità, attacchi di parassiti e tecniche agronomiche non sempre adeguate.
In diverse aree produttive, il calo della resa ha costretto alcuni agricoltori a rinunciare alla raccolta, a causa dell’impossibilità di coprire i costi operativi. La situazione rappresenta un segnale d’allarme per l’intero comparto.
Il Lazio perde il 40% del potenziale produttivo
Nel Lazio, una delle regioni cardine per la produzione di nocciole, la situazione è particolarmente grave. Le stime iniziali, comprese tra 35mila e 40mila tonnellate, sono state riviste al ribasso a causa di eventi climatici estremi. Le perdite raggiungono circa il 40% della produzione potenziale.
Gli impianti più giovani si sono dimostrati più resistenti, con risultati in linea con le aspettative. Al contrario, quelli più vecchi hanno registrato perdite anche superiori al 60%, in certi casi fino al totale azzeramento del raccolto.
Produzione sotto media anche in Campania
In Campania, la produzione è anch’essa inferiore alla media degli ultimi anni. I cali stimati si aggirano tra il 30% e il 40%. Oltre al clima, uno dei principali problemi è rappresentato dalla cimice asiatica, che compromette la qualità del prodotto rendendolo meno commerciabile. La disomogeneità tra i lotti è marcata e rende difficile la valorizzazione sul mercato.
Piemonte tra le regioni più colpite
Il Piemonte, storicamente uno dei maggiori produttori di nocciole in Italia, ha registrato perdite diffuse e consistenti in quasi tutto il territorio. Le condizioni meteorologiche avverse hanno aggravato le criticità, ostacolando anche le operazioni di raccolta a causa delle piogge abbondanti nel periodo di maturazione dei frutti.
Incertezza a livello internazionale
Il quadro italiano si inserisce in un contesto globale segnato dall’incertezza. La produzione turca, tra le principali al mondo, avrà un’influenza diretta sull’andamento dei prezzi nei mercati internazionali.
Tra i fattori che hanno influenzato negativamente il raccolto 2025 in Italia vi è anche la cascola precoce, ovvero la caduta anomala dei frutti prima della maturazione. Si tratta di un fenomeno crescente legato a condizioni climatiche alterate.
In prospettiva, le Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) potrebbero offrire una soluzione parziale. Queste tecnologie consentono di sviluppare piante più resistenti allo stress climatico e ai parassiti, aprendo nuove strade per la sostenibilità del settore.
Una crisi che richiede risposte urgenti
La crisi della produzione 2025 è un segnale da non ignorare. Per tutelare la redditività del settore e la qualità del prodotto italiano, sarà fondamentale attuare strategie di adattamento efficaci: protezione delle colture, uso efficiente delle risorse idriche, prevenzione dei danni da insetti e formazione agronomica mirata.
Il futuro della nocciolicoltura italiana dipenderà dalla capacità di innovare e adattarsi ai cambiamenti in atto, con il supporto di politiche agricole strutturali e investimenti nella ricerca.
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