Mare: contro le reti fantasma il progetto Nettag finanziato dall’Ue
Le attrezzature fantasma, ovvero le reti e gli attrezzi da pesca persi o abbandonati in mare, rappresentano una delle forme più letali di inquinamento marino. Per contrastare questo fenomeno, che minaccia la vita di innumerevoli specie e danneggia l’ecosistema del Mediterraneo, è stato lanciato il progetto Nettag, un’iniziativa finanziata dall’Unione Europea che unisce tecnologia all’avanguardia e una collaborazione senza precedenti tra pescatori, scienziati, imprenditori e autorità locali.
Le “attrezzature fantasma”: una minaccia silenziosa
Si stima che, a livello globale, il 90% delle specie marine intrappolate nelle reti fantasma abbia un valore commerciale, rendendo il fenomeno non solo un problema ambientale ma anche economico. Queste “trappole fantasma” continuano a pescare in modo incontrollato per anni, distruggendo habitat marini e minacciando la biodiversità.
Il progetto Nettag: la tecnologia al servizio del mare
Il cuore del progetto Nettag è un sistema innovativo che permette di identificare e recuperare le attrezzature perdute. Alle reti vengono applicati speciali tag acustici che, una volta immersi, possono essere rilevati da dispositivi dotati di GPS. Una volta che la posizione delle reti è stata individuata con precisione, i pescatori entrano in azione, guidando le operazioni di recupero. In questo modo, il processo di bonifica dei mari si completa, e i pescatori stessi assumono un ruolo attivo di tutori del mare, chiudendo il cerchio virtuoso tra ambiente e comunità locale.
L’ambizioso piano di recupero dal Mediterraneo al Regno Unito
L’iniziativa ha un’ampia portata geografica e si sta sviluppando in diversi Paesi chiave, dalla Sicilia alla Croazia, dalla Spagna al Portogallo, fino a Malta e al Regno Unito. L’obiettivo è quello di testare sul campo soluzioni pilota che, in futuro, potranno essere applicate su più ampia scala per una bonifica completa e sistematica dei nostri mari da questo letale tipo di rifiuti.
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