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Programma LIFE, parte la mobilitazione europea: 800 firme a Bruxelles

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Programma LIFE, parte la mobilitazione europea: 800 firme a Bruxelles

Oltre 800 firmatari tra istituzioni, imprese e associazioni chiedono a Bruxelles di mantenere LIFE come programma autonomo per la tutela di clima e biodiversità.

A pochi giorni dalla chiusura della consultazione pubblica sul futuro bilancio dell’Unione europea, prende forma una mobilitazione senza precedenti per difendere il Programma LIFE, lo storico strumento finanziario dell’UE dedicato a clima, biodiversità e ambiente.

Sono 820 i firmatari tra autorità regionali e locali, imprese, università, associazioni e organizzazioni di tutta Europa che hanno sottoscritto una lettera indirizzata alla Commissione e al Parlamento europeo, chiedendo di mantenere LIFE come programma autonomo, con una propria base giuridica e un bilancio dedicato.

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Un fronte comune per il clima e la natura

L’iniziativa, guidata dalla Regione Liguria, ha unito istituzioni, enti di ricerca e società civile di diversi Paesi in un fronte trasversale e apartitico.
In Italia, hanno aderito 11 regioni, 67 comuni, 37 università e centri di ricerca, oltre a numerosi parchi nazionali, aree protette e imprese impegnate nella sostenibilità.

Le associazioni Legambiente, Lipu e WWF Italia, tra i promotori, parlano di “una mobilitazione bi-partisan che dimostra quanto il Programma LIFE sia fondamentale per le politiche ambientali europee e per la transizione ecologica”.

I numeri del Programma LIFE in Italia

In oltre 30 anni di attività, LIFE ha cofinanziato 1.077 progetti in Italia, pari al 18% del totale europeo, per un investimento complessivo di 2,1 miliardi di euro (di cui 1,1 miliardi provenienti dal programma).
Progetti che hanno sostenuto iniziative su biodiversità, energia pulita, economia circolare e adattamento climatico, generando benefici concreti per territori e comunità.

L’appello: “Mantenere LIFE autonomo per non indebolire le politiche ambientali”

I firmatari esprimono forte preoccupazione per la proposta della Commissione europea di integrare LIFE all’interno di strumenti finanziari più ampi come i National and Regional Partnership Plans (NRPPs), la EU Facility e l’European Competitiveness Fund (ECF).
Una scelta che, secondo gli ambientalisti, rischia di frammentare le risorse e distogliere l’attenzione dagli obiettivi climatici e di conservazione, compromettendo la pianificazione a lungo termine e la coerenza delle politiche ambientali dell’UE.

“Smantellare il Programma LIFE sarebbe un grave passo indietro proprio mentre gli effetti della crisi climatica e della perdita di biodiversità si fanno sempre più evidenti”, dichiarano Legambiente, Lipu e WWF.
“Mantenere LIFE autonomo significa preservare la capacità dell’Europa di trasformare il Green Deal in azioni concrete”.

Il sostegno degli Stati membri

Durante il Consiglio Ambiente del 21 ottobre, diversi Paesi, tra cui l’Italia, hanno espresso riserve sull’assenza di un meccanismo dedicato alla biodiversità nella proposta di bilancio europeo.
Un segnale chiaro che conferma il ruolo di LIFE come pilastro delle politiche verdi europee e punto di riferimento per gli interventi a tutela del clima e della natura.

I promotori chiedono infine che, nel prossimo Quadro finanziario pluriennale 2028–2034, il Programma LIFE resti accessibile a tutti i beneficiari attuali, mantenendo il suo approccio partecipativo e “bottom-up”, che coinvolge amministrazioni, imprese e cittadini nella costruzione di un futuro più sostenibile per l’Europa.

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