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Qualità dell’aria e microplastiche, cosa sta facendo l’Europa

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Qualità dell’aria e microplastiche, cosa sta facendo l’Europa

Nonostante i progressi degli ultimi anni, l’inquinamento atmosferico resta il principale rischio ambientale per la salute in Europa. Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), la qualità dell’aria sta migliorando costantemente e la maggior parte delle stazioni di monitoraggio raggiunge i limiti annuali dell’UE per gli inquinanti più dannosi, come il particolato fine (PM2.5) e il biossido di azoto (NO2). Tuttavia, i livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non sono ancora pienamente rispettati, soprattutto nelle aree urbane, dove la densità di popolazione e il traffico veicolare contribuiscono ad aumentare la concentrazione di agenti inquinanti.

L’inquinamento atmosferico: un rischio ancora attuale per la salute pubblica

I dati più recenti indicano che, sebbene il numero di decessi prematuri attribuibili all’inquinamento atmosferico sia in calo (con una riduzione del 45% tra il 2005 e il 2020), nel 2020 almeno 238.000 persone sono morte prematuramente nell’UE a causa dell’esposizione a PM2.5. L’inquinamento atmosferico contribuisce inoltre a malattie come il cancro ai polmoni, le patologie cardiache, l’asma e il diabete, oltre a generare costi elevati per i sistemi sanitari europei.

Per raggiungere l’obiettivo dell’UE di ridurre del 55% i decessi prematuri legati all’inquinamento entro il 2030, saranno necessari ulteriori interventi, in particolare l’adeguamento agli standard più severi che entreranno in vigore nei prossimi anni.

Microplastiche nell’acqua potabile: un problema diffuso e sottovalutato

Un’altra emergenza ambientale che sta emergendo con forza è la presenza di microplastiche nell’acqua potabile europea. Recenti studi, pubblicati nel 2024 e 2025, hanno evidenziato che la maggior parte delle microplastiche presenti nell’acqua potabile sono estremamente piccole (il 94% ha un diametro inferiore a 10 μm), dimensioni che aumentano la probabilità di assorbimento da parte dell’organismo umano.

Le analisi condotte su diverse marche di acqua in bottiglia e su campioni di acqua di rubinetto in Francia hanno rilevato una concentrazione di microplastiche compresa tra 19 e 1.154 particelle per litro, con l’acqua del rubinetto che in alcuni casi supera i valori riscontrati nell’acqua in bottiglia. Le acque sotterranee, grazie al filtraggio naturale del suolo, risultano generalmente meno contaminate rispetto alle acque superficiali.



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La normativa europea attuale limita il rilevamento delle microplastiche alle particelle più grandi (oltre 20 μm), escludendo di fatto le particelle più piccole, considerate però le più pericolose per la salute umana. Gli scienziati chiedono quindi un aggiornamento dei limiti di rilevamento per includere anche queste particelle nei controlli ufficiali e garantire una maggiore tutela della salute pubblica.

La qualità dell’aria e la presenza di microplastiche nell’acqua potabile rappresentano due delle principali sfide ambientali per l’Europa nel 2025. Se da un lato si registrano progressi nella riduzione dell’inquinamento atmosferico e dei decessi correlati, dall’altro emergono nuove minacce come la contaminazione da microplastiche, che richiedono aggiornamenti normativi, investimenti nella ricerca e una maggiore consapevolezza pubblica per garantire la salute delle persone e degli ecosistemi.

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