L’ambiente in Europa peggiora: il nuovo rapporto AEA lancia l’allarme sulla crisi climatica
Il nuovo rapporto quinquennale dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), dal titolo “Ambiente e clima in Europa: conoscenza per resilienza, prosperità e sostenibilità”, traccia un quadro preoccupante dello stato ambientale del continente. Le condizioni della biodiversità, dell’acqua e dei suoli risultano in netto peggioramento, mentre gli effetti della crisi climatica colpiscono con maggiore intensità l’Europa meridionale, Italia compresa.
Riscaldamento globale in Europa
L’Europa è il continente che si sta riscaldando più rapidamente. Dal 1980 al 2023, l’aumento delle temperature ha provocato circa 240.000 morti e perdite economiche per oltre 738 miliardi di euro. In media, ogni cittadino italiano ha speso circa 2.330 euro per fronteggiare eventi climatici estremi come siccità, alluvioni e ondate di calore.
Biodiversità e suolo
L’81 per cento degli habitat protetti è in cattivo stato di conservazione e tra il 60 e il 70 per cento dei suoli risulta degradato. Anche le falde acquifere mostrano segni di deterioramento: il 62 per cento delle acque disponibili non è in buono stato qualitativo. Il report è chiaro: gli obiettivi fissati per il 2030 sembrano irraggiungibili se non si interviene in modo strutturale.
Il sistema alimentare europeo resta uno dei principali inquinatori
Nonostante la crescita dell’agricoltura biologica, le emissioni legate all’agricoltura non si sono ridotte in modo significativo. I cambiamenti climatici stanno aggravando le condizioni di lavoro degli agricoltori, che spesso rispondono con un aumento nell’uso di prodotti chimici. Si crea così un circolo vizioso tra degrado ambientale e produzione intensiva.
Cambiare rotta
Durante la presentazione del rapporto, la vicepresidente della Commissione Europea Teresa Ribera ha sottolineato la necessità di ripensare il modello agricolo e di sfruttare soluzioni sostenibili come lo stoccaggio di CO₂ nel sottosuolo. Jessika Roswall, commissaria europea per l’Ambiente, ha invece indicato la riduzione dello spreco alimentare e l’economia circolare come leve fondamentali per il cambiamento.
Green Deal Europeo
Il Green Deal ha permesso di ottenere alcuni risultati significativi:
Riduzione del 45 per cento delle morti premature legate al particolato
Aumento della quota di energia sostenibile, oggi pari al 30 per cento del totale
Diminuzione del 35 per cento delle emissioni fossili dal 2005 al 2023
Tuttavia, il 70 per cento dell’energia consumata in Europa proviene ancora da fonti non rinnovabili.
L’adattamento climatico
A fronte di eventi climatici sempre più frequenti e distruttivi, soprattutto nel Sud Europa, le istituzioni europee iniziano a puntare sull’adattamento. Ribera ha invitato a “preparare i cittadini” agli eventi estremi, sfruttando le tecnologie disponibili come Copernicus, il sistema europeo di osservazione della Terra.
Il Mediterraneo è l’area più vulnerabile del continente
Secondo l’AEA, la regione mediterranea è un “punto caldo” per il cambiamento climatico. Circa un terzo della popolazione dell’Unione Europea vive in zone a rischio siccità. L’Italia è particolarmente esposta, sia per la sua posizione geografica che per la complessità del suo territorio. La siccità sta già colpendo duramente l’agricoltura, con una prevista riduzione delle rese di grano nelle prossime stagioni.
L’Italia tra inquinamento, crisi agricola e nuove sfide energetiche
Il nostro Paese presenta aree ad alta concentrazione di inquinamento, come la Pianura Padana, e una crescente difficoltà nel raffreddamento degli edifici a causa dell’aumento delle temperature estive. Anche la domanda di energia cresce, aggravando ulteriormente la crisi climatica.
Quali prospettive per il futuro ambientale dell’Europa?
Nonostante qualche segnale positivo, come la riduzione dell’uso di energia fossile e l’aumento dell’agricoltura biologica, il rapporto dell’AEA lancia un chiaro messaggio: serve un cambio di passo deciso e coordinato a livello europeo. Gli eventi estremi stanno aumentando e, con essi, i costi economici e sociali. L’Italia, tra i Paesi più esposti, dovrà investire maggiormente in prevenzione, adattamento e sostenibilità.
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