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Rapporto ASviS 2025: Italia in ritardo sugli obiettivi di sviluppo sostenibile

Rapporto ASviS 2025: Italia in ritardo sugli obiettivi di sviluppo sostenibile

Il decimo Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), presentato questa mattina alla Camera dei Deputati, offre un quadro preoccupante sullo stato dell’Italia rispetto agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030. In un contesto globale segnato da guerre, instabilità e disuguaglianze, il nostro Paese mostra un generale arretramento, soprattutto sui fronti della pace, della giustizia e della tutela dei diritti.

Sei obiettivi in peggioramento

Rispetto al 2010, l’Italia registra un peggioramento per sei Obiettivi su 17: povertà, disuguaglianze, acqua pulita, biodiversità terrestre, pace e cooperazione internazionale. Quattro restano invariati, tra cui salute e benessere, lotta alla fame e infrastrutture. Solo sei mostrano lievi miglioramenti, mentre un vero e proprio balzo in avanti si registra unicamente per l’economia circolare.

Degli specifici 38 Target analizzati, solo 11 sono potenzialmente raggiungibili entro il 2030. Quasi il 60% non sarà conseguito, evidenziando una grave mancanza di politiche efficaci e coordinate.

L’Unione Europea perde la leadership sulla sostenibilità

Anche il panorama europeo è tutt’altro che incoraggiante. L’UE registra progressi su solo cinque Obiettivi, mentre arretra su ecosistemi, disuguaglianze e cooperazione. Le contraddizioni tra impegni internazionali e azioni concrete – come l’aumento della spesa militare e la revisione al ribasso di alcune normative ambientali – minano la credibilità dell’Unione sul piano globale.

Mondo attraversato da crisi e guerre

Secondo il Rapporto, nel 2024 si sono contati 59 conflitti armati nel mondo, con quasi 50 mila vittime civili. Particolarmente drammatica la situazione a Gaza. La spesa militare globale ha raggiunto 2.700 miliardi di dollari, mentre i fondi destinati alle Nazioni Unite sono diminuiti del 30% in soli due anni. Cresce anche il numero degli sfollati, che supera i 123 milioni, in buona parte a causa di guerre e cambiamenti climatici.

Le proposte dell’ASviS per invertire la rotta

Per superare le criticità attuali, l’ASviS propone l’attivazione di cinque leve trasformative: governance, capitale umano, finanza, cultura e partnership. A queste si aggiungono sei aree strategiche prioritarie:

Salute e istruzione

Economia sostenibile e inclusiva

Agricoltura resiliente e sistemi alimentari equi

Transizione energetica e decarbonizzazione

Rigenerazione urbana e adattamento climatico

Tutela dei beni comuni ambientali

Tra le misure chiave indicate, l’introduzione della Valutazione d’Impatto Generazionale (VIG), la riforma del Piano Strutturale di Bilancio e la definizione del Piano per l’Accelerazione Trasformativa (PAT), promesso all’ONU ma non ancora concretizzato.

Governance nazionale da rivedere con urgenza

L’ASviS segnala la necessità di una profonda riforma della governance nazionale per lo sviluppo sostenibile. È urgente completare la revisione della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS) entro il 2026, adottare il PAT nel 2026 e aggiornare il PSB entro il 2027, in coerenza con gli impegni presi a livello europeo e internazionale.

Il ruolo della società civile

La presentazione del Rapporto si è tenuta alla Camera dei Deputati e in streaming. Oltre alla presidente dell’ASviS Marcella Mallen e al direttore scientifico Enrico Giovannini, hanno partecipato rappresentanti istituzionali, scientifici e del mondo produttivo, tra cui il Ministro Pichetto Fratin, il Vicepresidente della Commissione UE Fitto e i rappresentanti di Legambiente, Legacoop, CISL e del Forum del Terzo Settore.

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