Reflusso: il caldo estivo peggiora i sintomi
Con l’arrivo dell’estate, l’aumento delle temperature non colpisce solo la pelle, ma può aggravare anche i disturbi digestivi, come il reflusso gastroesofageo (MRGE), una patologia che affligge fino al 20% degli italiani. In particolare, il caldo contribuisce a disidratazione, rallentamento della digestione e alterazione delle abitudini alimentari, fattori che intensificano i sintomi del reflusso, come bruciore e acidità gastrica.
A fare il punto sono gli specialisti durante il secondo congresso “Hot Topics in Functional Digestive Surgery Meeting”, promosso dall’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli e dalla Società Italiana Unitaria di Colon-Proctologia (SIUCP), in corso a Napoli.
Adolfo Renzi, responsabile dell’Unità Operativa delle Malattie Funzionali dell’Esofago e del Colon-Retto dell’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli, afferma: «Con il caldo estivo, la disidratazione può intensificare il reflusso, in quanto la ridotta diluizione degli acidi gastrici aumenta la loro acidità. La dieta cambia anche con l’estate, spesso con alimenti più piccanti e grassi, che peggiorano ulteriormente la condizione».
Le cause
Durante i mesi più caldi, l’organismo tende a sudare di più e a perdere elettroliti, favorendo una riduzione della funzionalità dello stomaco e l’accumulo di acidi. Inoltre, la disidratazione rallenta la diluizione degli acidi gastrici, mentre una dieta estiva ricca di cibi piccanti e grassi può innescare il reflusso. In aggiunta, la digestione più lenta causata dalle alte temperature rende ancora più difficile la gestione del reflusso gastroesofageo.
Renzi continua: «La combinazione di calore, disidratazione e modifiche alimentari può causare un aumento dei sintomi del reflusso, che si traduce in una sensazione di bruciore, acidità e difficoltà digestive».
Trattamenti non chirurgici
Il trattamento iniziale per il reflusso gastroesofageo include modifiche nello stile di vita e nell’alimentazione. Una dieta leggera e ben bilanciata, con pasti frequenti e leggeri, può ridurre il carico sull’apparato digerente. È fondamentale evitare alimenti che stimolano l’acidità, come agrumi, pomodori, cibi fritti e bevande gassate. Anche l’idratazione è cruciale, in quanto aiuta a ridurre l’acidità gastrica e a migliorare la digestione.
«Un’idratazione adeguata, unita a un’alimentazione equilibrata, può fare una grande differenza nel gestire i sintomi estivi del reflusso. È importante che le persone siano consapevoli dei cambiamenti che avvengono con l’arrivo del caldo», afferma Renzi.
Quando la chirurgia è la soluzione
Se i trattamenti farmacologici non sono efficaci o se i sintomi sono troppo gravi, la chirurgia può diventare una valida alternativa. Tra le tecniche chirurgiche più comuni c’è la Fundoplicatio secondo Nissen, un intervento che prevede l’avvolgimento del fondo dello stomaco attorno all’esofago per impedire il reflusso. Tuttavia, nuove tecniche più moderne, come il Reflux Stop e il sfintere esofageo magnetico, stanno guadagnando popolarità grazie ai loro minori effetti collaterali e a una convalescenza più rapida.
Renzi aggiunge: «Per i casi più gravi di reflusso, in cui la terapia medica non è sufficiente, la chirurgia rappresenta una delle opzioni più efficaci. Le nuove tecniche chirurgiche stanno rendendo il trattamento più personalizzato, con minori complicanze post-operatorie».
Tecniche innovative
Le opzioni più recenti includono il dispositivo Reflux Stop, che ripristina la normale funzione dello sfintere esofageo senza comprimerlo, evitando gli effetti collaterali della chirurgia tradizionale. In alternativa, l’sfintere esofageo magnetico utilizza un anello di titanio per applicare una pressione sullo sfintere esofageo, permettendo il passaggio del cibo senza causare reflusso.
Renzi sottolinea: «La tecnologia avanzata come il dispositivo Reflux Stop e l’anello magnetico offre ai pazienti soluzioni più rapide, personalizzate e con minori rischi, migliorando significativamente la qualità della vita e riducendo la necessità di farmaci a lungo termine».
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