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Himalaya, studio italiano fissa a migliaia di chilometri i motivi di erosione e innalzamento

Himalaya erosione e innalzamento

Himalaya, studio italiano fissa a migliaia di chilometri i motivi di erosione e innalzamento

Un nuovo studio presentato al 37° congresso Himalaya Karakorum Tibet Workshop a Torino getta nuova luce sull’evoluzione della catena montuosa più grande del mondo. La ricerca, condotta da scienziati dell’Università di Milano-Bicocca e della Società Geologica Italiana, rivela che il segreto dell’equilibrio tra la crescita dei monti e la loro progressiva erosione si trova a migliaia di chilometri di distanza.

Secondo la geologa Mara Limonta, l’innalzamento delle montagne himalayane, causato dalla collisione tra le placche indiana ed eurasiatica, è “contrastato dalla continua erosione che ha agito per milioni di anni”. Ma dove è finito tutto questo materiale? La risposta si trova nel Golfo del Bengala, dove è andata a depositarsi gran parte del sedimento eroso, creando la più grande conoide sottomarina del mondo.

Sedimenti, il più grande archivio naturale del pianeta

Studiare questi sedimenti è come ripercorrere a ritroso la storia geologica. Come spiega Rodolfo Carosi, presidente della Società Geologica Italiana, ogni singolo granello di sedimento è un preziosissimo archivio naturale che racconta l’evoluzione della catena himalayana e lo sviluppo del sistema monsonico.

I ricercatori hanno analizzato la composizione di questi materiali, trasportati dai fiumi Gange e Brahmaputra, per comprendere la storia geologica e climatica degli ultimi 55-60 milioni di anni. La ricerca dimostra che l’erosione non è un processo passivo, ma un fattore dinamico che bilancia l’innalzamento e incide profondamente sull’evoluzione del nostro pianeta.

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