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Ddl Caccia, associazioni ambientaliste contro il Governo Meloni: “Un attacco alla fauna”

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Ddl Caccia, associazioni ambientaliste contro il Governo Meloni: “Un attacco alla fauna”

Le principali associazioni ambientaliste italiane – ENPA, LAC, LAV, Lipu, WWF e ora anche Legambiente – denunciano una riforma della caccia che potrebbe rappresentare il colpo di grazia alla fauna selvatica italiana. Il disegno di legge, in via di approvazione al prossimo Consiglio dei ministri, contiene norme considerate palesemente incostituzionali, oltre che in aperto contrasto con le direttive europee.

“Il ddl che si appresta ad arrivare in Cdm – afferma Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è un testo inaccettabile. Se venisse approvato cancellerebbe gli ultimi 60 anni di politiche, impegni e azioni dell’Italia a tutela degli animali selvatici, calpestando l’art. 9 della Costituzione”.



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Attacco alla fauna

Il nuovo testo di legge attribuisce alla caccia una funzione di tutela ambientale, ignorando l’impatto negativo che ha sulla biodiversità. Tra i punti più critici:

Deregolamentazione delle aree protette: le Regioni saranno obbligate a ridurle se considerate “eccessive”, anche con poteri sostitutivi del Ministro dell’Agricoltura.

Estensione delle aree e dei tempi di caccia, inclusi periodi di migrazione e nidificazione.

Riapertura degli impianti per i richiami vivi, aumentando le specie catturabili da 7 a 47.

Caccia dopo il tramonto e in condizioni pericolose (neve, boschi, spiagge).

Appostamenti fissi senza limiti, con effetti su turismo e ambiente.

Gare di caccia notturne con armi e cani anche in primavera.

Inoltre, sarà possibile cacciare nelle aree demaniali e in proprietà private senza consenso, aumentando i rischi per escursionisti e cittadini.

Bracconaggio legalizzato

In occasione del decennale della legge sui delitti ambientali, Legambiente ha lanciato un forte appello alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni:

“Impedisca questo scempio legislativo e si impegni a completare la riforma di civiltà avviata nel 2015, approvando sanzioni efficaci contro chi commette crimini contro gli animali, a partire da bracconaggio e traffici illeciti”, ha dichiarato Ciafani.

Legambiente sottolinea come in Italia le specie selvatiche siano già oggi vittime frequenti di caccia illegale, citando il caso emblematico dell’Ibis eremita, specie protetta e a rischio estinzione. Il timore è che con questo Ddl si arrivi a rendere legale ciò che oggi è punito come bracconaggio.

Costituzione ignorata

Dal 2022, l’art. 9 della Costituzione italiana tutela esplicitamente gli animali e la biodiversità. Eppure, secondo l’analisi di Legambiente, l’80% delle leggi approvate successivamente non rispetta questo principio costituzionale. La politica, dice l’associazione, ha trascurato sistematicamente la fauna selvatica, mentre ha rivolto più attenzione agli animali d’affezione.

Il Ddl in discussione rappresenta un ulteriore arretramento, completamente scollegato da evidenze scientifiche, da obblighi comunitari e dal senso comune di una popolazione sempre più consapevole e contraria alla caccia indiscriminata.

Il caso del lupo e le pressioni delle lobby

Il quadro si aggrava con l’annuncio della modifica dello status di tutela del lupo da parte della Commissione Europea. La Direttiva Habitat lo sposterà dall’Allegato IV al V, consentendone il prelievo venatorio.

Il Governo italiano non ha manifestato alcuna volontà di mantenerne la protezione, cedendo – secondo Legambiente – alle pressioni di armieri e cacciatori, in aperto contrasto con la necessità di coesistenza sostenibile tra uomo e fauna selvatica.

Grido d’allarme

Tutte le associazioni ambientaliste si uniscono in un grido d’allarme:

“Siamo a un punto di non ritorno”. Se questa riforma dovesse diventare legge, sarebbe il più grave attacco mai inflitto alla fauna italiana. L’appello è rivolto a parlamentari, cittadini, scienziati, comitati, imprese e istituzioni:

“La natura non è merce di scambio tra politici e lobby venatorie. È un bene comune. Difendiamolo insieme.”

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