Appennini, Legambiente rilancia il progetto APE: servono dieci azioni per il futuro della dorsale
Legambiente rilancia la necessità di dare nuovo impulso al progetto APE – Appennino Parco d’Europa, un’iniziativa nata negli anni Novanta per tutelare la dorsale appenninica e promuovere uno sviluppo sostenibile dei territori montani. I programmi attuativi sono fermi dal 2006, ma oggi più che mai, secondo l’associazione ambientalista, è urgente aggiornarne gli strumenti e definire dieci interventi nazionali capaci di rispondere alle sfide contemporanee.
La proposta arriva alla vigilia della giornata internazionale della montagna, durante il VII Forum degli Appennini presso il Ministero dell’Ambiente, dove Legambiente ha chiesto ufficialmente l’istituzione di un Gruppo di Lavoro presso il MASE per accelerare l’attuazione del progetto e dare piena applicazione all’articolo 1-bis della legge 394/91.
Dieci azioni nazionali per un Appennino più forte e resiliente
La strategia delineata da Legambiente si basa su dieci interventi chiave. Tra questi spiccano il rafforzamento della governance territoriale, una maggiore tutela della biodiversità, l’attuazione delle strategie di sistema e l’aggiornamento dei piani d’azione. Prioritari anche l’inserimento degli Appennini nelle reti europee di cooperazione territoriale, la promozione dell’economia circolare, il potenziamento dei servizi per la montagna e il riconoscimento del ruolo delle comunità locali nella gestione degli ecosistemi.
Completano il quadro la realizzazione di una rete di ciclovie e la valorizzazione del turismo attivo, insieme alla promozione degli Appennini come ecosistema del benessere, capace di attrarre residenti, visitatori e nuove opportunità economiche.
Il valore strategico degli Appennini
I dati riportati da Legambiente dimostrano l’importanza strategica della dorsale appenninica. Con una lunghezza di 1.500 chilometri e oltre 7,4 milioni di ettari, gli Appennini rappresentano il 25 per cento del territorio nazionale e più della metà delle aree montane italiane. Sono anche una delle catene montuose mediterranee più tutelate, grazie a 166 aree protette e quasi mille siti Natura 2000.
La biodiversità è straordinaria: 32 ecosistemi, 12 dei quali esclusivi, 310 endemismi e popolazioni significative di camoscio appenninico, lupo e orso bruno marsicano. I successi dei progetti LIFE, dal recupero del camoscio con LIFE CORNATA alla salvaguardia del lupo con LIFE WOLFNET, confermano la centralità di questi territori per la conservazione della natura.
Gli Appennini sono anche una montagna abitata che coinvolge 15 regioni, 48 province e 1.601 comuni, dove vivono 3,9 milioni di persone. Secondo il rapporto Montagne Italia 2025 di UNCEM, il saldo migratorio tra 2019 e 2023 è tornato positivo, segno di un rinnovato interesse per la vita nei territori montani.
Sfide attuali tra crisi climatica e spopolamento
La dorsale appenninica è oggi un laboratorio naturale per affrontare la transizione ecologica e la crisi climatica. I problemi da risolvere riguardano soprattutto lo spopolamento dei piccoli comuni, la carenza di servizi e l’aumento della vulnerabilità ambientale. Legambiente sottolinea come il progetto APE possa fornire una base solida per affrontare queste sfide, ma solo attraverso un importante aggiornamento strategico.
Secondo il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, è fondamentale ripensare l’Appennino alla luce degli obiettivi europei 2030 su clima e biodiversità, usando il progetto APE non solo per sostenere le aree protette, ma anche per guidare uno sviluppo territoriale sostenibile e coerente con le nuove esigenze socio-economiche.
La Convenzione degli Appennini e i ritardi accumulati
Due sono gli strumenti operativi nati negli anni Duemila ma rimasti inattuati: la Convenzione degli Appennini del 2006 e il Programma d’Azione del 2007, approvato dalla Conferenza delle Regioni. Le difficoltà legate ai terremoti dell’Aquila e dell’Appennino centrale e la rinuncia del Ministero dell’Ambiente a guidare il percorso hanno contribuito allo stallo.
Legambiente, tuttavia, non ha mai smesso di lavorare alla conservazione su scala appenninica, soprattutto attraverso i progetti LIFE. Oggi l’associazione chiede una revisione condivisa della Convenzione e l’aggiornamento del Programma d’Azione come riferimento per la programmazione comunitaria 2028-2034.
Verso una nuova visione dell’Appennino
A trent’anni dalle prime iniziative del progetto APE, la nuova sfida è costruire un’idea contemporanea di Appennino, rafforzando la relazione tra aree montane e città che ne rappresentano i poli amministrativi e culturali. Centri come L’Aquila, Rieti, Teramo, Ascoli Piceno, Avellino, Campobasso e Potenza possono giocare un ruolo decisivo nel sostegno ai territori montani.
L’Appennino è oggi un patrimonio naturale, culturale e sociale di valore nazionale. Per questo Legambiente chiede un impegno politico chiaro e continuativo che permetta finalmente di rendere operativo il progetto APE e trasformare questo straordinario corridoio ecologico in un modello europeo di sviluppo sostenibile.
Share this content:







