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Esplorazione mineraria in Italia: serve una nuova generazione di geologi per il rilancio del settore

Esplorazione mineraria

Esplorazione mineraria in Italia: serve una nuova generazione di geologi per il rilancio del settore


Il Programma Nazionale di Esplorazione mineraria (PNE), recentemente pubblicato da ISPRA, rilancia l’interesse del governo italiano per il potenziale estrattivo del Paese. Inserito nell’ambito del Critical Raw Materials Act europeo, il PNE ha l’obiettivo di individuare aree strategiche per l’estrazione sostenibile di materie prime critiche, fondamentali per la transizione energetica e digitale. Ma l’Italia è in ritardo.

Il grido d’allarme dei geologi italiani

A lanciare l’allarme è Rodolfo Carosi, Presidente della Società Geologica Italiana e docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra:

“L’Italia si trova oggi in forte ritardo sul fronte minerario sia per carenze nelle conoscenze geologiche del territorio che per la mancanza di sufficiente personale qualificato. Con la chiusura delle attività minerarie nel secolo scorso, si sono ridotti anche gli studi giacimentologici. Oggi scontiamo un deficit che rischia di compromettere il rilancio del settore”.

Il territorio nazionale, infatti, non è ancora interamente coperto dalla cartografia geologica in scala 1:50.000, e molte aree potenzialmente interessanti restano inesplorate. Inoltre, al momento della chiusura delle miniere italiane, molti dei materiali oggi considerati “critici” per l’UE non erano nemmeno oggetto di ricerca.

Mancano competenze minerarie e investimenti nella formazione

Uno dei nodi centrali è la carenza di geologi specializzati in giacimenti minerari. Le competenze tecniche accumulate in decenni di attività si sono in gran parte perse. Le nuove generazioni di professionisti non trovano corsi adeguati o sbocchi nel settore, con poche eccezioni in alcune università come Napoli, Cagliari e Torino.



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“I geologi – spiega Carosi – sono noti al grande pubblico per la gestione dei disastri naturali, ma svolgono un ruolo cruciale anche nell’individuazione e nello studio delle georisorse. Servono specialisti capaci di applicare approcci multidisciplinari che comprendano rilevamenti geologici, analisi mineralogiche, geochimiche e geofisiche”.

Il ruolo strategico del progetto CARG

Un esempio positivo arriva dalla sinergia con il progetto CARG (Carta Geologica d’Italia), rifinanziato dopo vent’anni di blocco. Il foglio “Guspini”, realizzato dall’Università di Cagliari, adotta un approccio innovativo in chiave geomineraria. Lo stesso modello è applicato anche in altre zone, come nel caso della grafite nel Foglio “Pinerolo”, sviluppato con la collaborazione dell’Università di Torino.

Queste iniziative dimostrano che una ripartenza è possibile, ma servono strategie coordinate, risorse economiche e un piano nazionale di formazione tecnica che coinvolga università, enti di ricerca e imprese.

Un’occasione da non perdere

Il Programma Nazionale di Esplorazione mineraria può rappresentare una svolta per il settore, ma solo se accompagnato da politiche efficaci di investimento nelle competenze geologiche. Per rispondere alle sfide imposte dalla transizione ecologica ed energetica, l’Italia deve recuperare il tempo perduto e puntare su una nuova generazione di geologi preparati.

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