Rinnovabili in crescita nel 2024, ma l’Italia resta lontana dagli obiettivi UE
Il settore delle energie rinnovabili in Italia ha registrato nel 2024 una crescita del +16%, spinta da un fotovoltaico in costante ascesa per il secondo anno consecutivo, con 6.027 MW di nuova capacità installata. Anche l’eolico torna a crescere (+26%), ma resta marginale nel mix energetico nazionale.
Obiettivi 2030 lontani: serve il 40% in più ogni anno
Nonostante il buon andamento, l’Italia è ancora lontana dal traguardo europeo: raddoppiare la capacità rinnovabile da 50 a 107 GW entro il 2030 richiederà un’accelerazione significativa, con installazioni annue superiori del 40% rispetto al 2024.
Il nodo strutturale
Secondo il Renewable Energy Report 2025 del Politecnico di Milano, i problemi principali non sono più tecnologici o economici, ma autorizzativi e infrastrutturali: oltre 161 GW di richieste risultano ancora in attesa a fine 2024, mentre la rete non è pronta a integrare tanta energia variabile.
Impianti più grandi, meno numerosi
Il mercato si sta ridefinendo: cala il numero di installazioni, ma cresce la taglia media degli impianti. Quelli sopra 1 MW rappresentano il 43% della nuova potenza solare installata, quasi il doppio rispetto al 2023. Segnale che il fotovoltaico sta puntando su progetti commerciali e industriali.
Utility scale in ripresa
Il ritorno di aste piene e l’interesse per progetti utility scale dimostrano una ritrovata fiducia, favorita anche dal nuovo meccanismo FER X, che ha già allocato 10 GW per il solare e 4 GW per l’eolico. Tuttavia, l’assenza di una versione definitiva del decreto FER X alimenta incertezza nel medio termine.
Il contesto politico
A livello europeo si guarda anche a tecnologie alternative alle FER, mentre in Italia riemerge il dibattito sul nucleare. Le rinnovabili non sono più al centro del discorso politico, con il rischio di perdere slancio proprio nel momento cruciale della transizione.
Rinnovabili sempre più al Sud: il Nord rallenta
Il 2024 segna una redistribuzione geografica delle nuove installazioni: il Nord, storicamente dominante, rallenta; il Sud e le Isole crescono. Lazio (+934 MW), Sicilia, Sardegna, Campania e Puglia guidano l’espansione, mentre Lombardia, Veneto e Piemonte arretrano.
Eolico: Italia fanalino di coda in Europa
Nonostante la ripresa, l’eolico italiano rappresenta solo il 26% della capacità rinnovabile, contro il 50% di Francia e Spagna. Il settore resta concentrato nel Mezzogiorno, con progetti piccoli e pochi sviluppi di scala.
Incentivi in calo
Con la fine del Superbonus, il settore residenziale ha subito un forte rallentamento. Meglio il comparto commerciale-industriale, che beneficia di strumenti come scambio sul posto, ritiro dedicato e FER X. Gli impianti utility scale godono invece di condizioni economiche più stabili.
Rendimento e bancabilità: un equilibrio fragile
Il LCOE del fotovoltaico industriale oscilla tra 55 e 65 €/MWh, mentre quello degli impianti eolici varia tra 70 e 95 €/MWh. I rendimenti (IRR) sono interessanti con gli incentivi, ma scendono drasticamente senza. I PPA da soli non bastano a rendere bancabili i progetti, soprattutto su scala più piccola.
La rete è il vero collo di bottiglia della transizione
L’integrazione delle rinnovabili richiede una rete moderna, flessibile ed efficiente. Il piano decennale di Terna (2025-2034) punta su accumuli, ammodernamento e maggiore efficienza. Ma è una corsa contro il tempo, e contro la burocrazia.
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