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Rinvio blocco diesel Euro 5, medici Isde: “Non si può barattare l’economia con la salute”

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Rinvio blocco diesel Euro 5, medici Isde: “Non si può barattare l’economia con la salute”

Il rinvio del blocco dei veicoli diesel Euro 5 scatena la protesta dei medici per l’ambiente di ISDE Italia, che esprimono forte preoccupazione per le conseguenze sanitarie dell’inquinamento atmosferico, già causa di oltre 50.000 morti premature ogni anno nel nostro Paese.

ISDE aderisce con convinzione alla dichiarazione congiunta di T&E, Clean Cities Campaign, Cittadini per l’Aria e Comitato Torino Respira – già sottoscritta anche dal Kyoto Club – contro la decisione di posticipare ulteriormente il blocco previsto per ottobre 2024, ora rimandato al 2026.

La salute prima di tutto: l’articolo 32 della Costituzione

«La nostra Costituzione, all’articolo 32, sancisce il diritto alla salute come fondamentale per l’individuo e interesse della collettività», sottolinea ISDE Italia. «Difendere la salute significa ridurre le cause note e documentate di malattia e morte, come l’inquinamento atmosferico».

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha ribadito che l’inquinamento dell’aria è oggi il principale fattore di rischio ambientale in Europa. La Commissione Europea ha già avviato più di una procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto delle norme sulla qualità dell’aria, confermando l’inadempienza della sentenza UE del 2020.

Dati allarmanti: superati i limiti in quasi tutte le città monitorate

Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile (Kyoto Club e Clean Cities Campaign, con la collaborazione di ISDE Italia), basate sui dati di 26 città in 17 regioni, nei primi sei mesi del 2024 molte città hanno già superato i limiti della normativa europea 2881/2024, che entrerà in vigore solo nel 2030.

Questi limiti, tra l’altro, sono ancora superiori rispetto a quelli raccomandati dall’OMS nel 2021, considerati necessari per ridurre significativamente l’impatto sanitario dell’inquinamento.

Un rinvio che costa caro alla salute pubblica

Il Decreto Legge del 12 settembre 2023 aveva fissato l’avvio del blocco dei diesel Euro 5 per ottobre 2024. La misura era stata già posticipata una volta e ora viene ulteriormente rinviata. Secondo ISDE Italia, questa decisione non è neutra: «L’esposizione cronica agli inquinanti ha un effetto cumulativo sulla salute e aumenterà l’incidenza di malattie e mortalità legate all’inquinamento».

La denuncia: “Il diritto di guidare mezzi vetusti vale più della salute?”

I medici per l’ambiente non usano mezzi termini:

«Non è bastato lo scandalo Dieselgate, né le tre condanne inflitte all’Italia dalla Corte di Giustizia Europea. Non bastano, evidentemente, le oltre 50.000 morti premature registrate ogni anno. In Pianura Padana si consuma una crisi sanitaria senza precedenti. Eppure si continua a rimandare.»

La dichiarazione congiunta delle associazioni è durissima:

«Quella di oggi è l’ennesima misura dilatoria populista. Si finge di voler proteggere chi guida veicoli vecchi e inquinanti, ma non si dice che i costi dell’inquinamento, tra il 2024 e il 2030, sono pari al 6% del PIL. Anche questo pesa sull’economia dei cittadini.»

Perché serve una svolta strutturale

ISDE Italia rilancia l’urgenza di politiche strutturali e non più dilatorie, chiedendo coerenza tra i dati scientifici e le scelte politiche. Il Progetto Nazionale “Salute e Inquinamento Atmosferico nelle Città Italiane” va in questa direzione: misurare, informare, agire.

“Non possiamo continuare a sacrificare la salute pubblica in nome di interessi economici a breve termine. È tempo di scegliere il futuro.”

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