Entro il 2100 il 74% delle aree soggette a siccità rischia gravi carenze idriche
Una nuova ricerca pubblicata su Nature Communications lancia un allarme concreto: entro la fine di questo secolo, quasi tre quarti delle regioni mondiali soggette a siccità potrebbero affrontare gravi carenze idriche. Si tratta del primo studio a fornire una stima dettagliata del rischio di scarsità d’acqua legata ai cambiamenti climatici su scala globale.
Gli autori della ricerca, guidati da Christian Franzke e Vecchia Ravinandrasana della Pusan National University in Corea del Sud, hanno analizzato l’evoluzione della scarsità idrica utilizzando modelli climatici avanzati e un approccio probabilistico.
Le zone più a rischio entro il 2040
Secondo le proiezioni, già entro il 2040 il 35% delle regioni soggette a siccità potrebbe sperimentare eventi estremi di carenza idrica. Le aree più vulnerabili sono quelle del Mediterraneo, dell’Africa meridionale e di alcune zone del Nord America. In questi territori si prevede la comparsa di focolai ricorrenti di scarsità idrica dovuti a una combinazione di fattori: calo delle precipitazioni, riduzione della portata dei fiumi, abbassamento dei livelli dei bacini e crescita della domanda di acqua.
Il rischio dei Day Zero Drought aumenta con le emissioni
Il fenomeno della Day Zero Drought, che descrive situazioni in cui le risorse idriche si esauriscono completamente, potrebbe diventare sempre più frequente. Lo studio evidenzia che, in uno scenario ad alte emissioni, il 74% delle regioni a rischio dovrà affrontare una siccità estrema e prolungata entro il 2100. La gravità del fenomeno sarà tale che l’intervallo tra un evento e l’altro potrebbe risultare più breve della durata degli stessi eventi, riducendo la capacità di recupero delle regioni colpite.
753 milioni di persone a rischio
Gli effetti delle future carenze idriche saranno di portata globale, coinvolgendo circa 753 milioni di persone, di cui 467 milioni residenti in aree urbane. Anche in uno scenario di riscaldamento contenuto sotto 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, le popolazioni del Mediterraneo e di altre regioni urbane potrebbero trovarsi in condizioni di estrema vulnerabilità.
Gestione integrata delle risorse idriche
Gli autori sottolineano che, pur non avendo considerato il ruolo delle falde acquifere come riserva strategica in tempi di crisi, i dati ottenuti indicano con chiarezza la necessità urgente di strategie preventive. È fondamentale implementare politiche di gestione integrata delle risorse idriche, in grado di affrontare sia i rischi del cambiamento climatico che quelli legati all’uso non sostenibile dell’acqua.
Sfida globale da affrontare subito
Il quadro delineato dallo studio rafforza la consapevolezza che la crisi idrica è una delle sfide più critiche del XXI secolo. Le decisioni che verranno prese nei prossimi anni in tema di riduzione delle emissioni e gestione delle risorse naturali saranno determinanti per evitare uno scenario futuro in cui la scarsità d’acqua diventerà la norma in molte parti del mondo.
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