L’anticiclone delle Azzorre sfida il caldo estremo: ritorna l’estate “normale”?
L’estate 2025 sembrava destinata a replicare i picchi roventi degli ultimi anni. E invece, tra fine luglio e inizio agosto, un cambio di rotta: il ritorno dell’anticiclone delle Azzorre ha riportato cieli sereni, caldo moderato e un’umidità più sopportabile, soprattutto al Centro-Nord. Un meteo quasi dimenticato, che sa di “estate di una volta”.
Ma dietro questo sollievo apparente si cela un interrogativo ben più profondo: è il segno di un’inversione di tendenza o solo una pausa nel processo di tropicalizzazione del Mediterraneo?
Le Azzorre, grandi assenti delle estati recenti
Fino agli anni ‘90, l’anticiclone delle Azzorre era il protagonista indiscusso delle estati italiane. Una figura stabile, portatrice di bel tempo ma senza eccessi. Negli ultimi vent’anni, però, è stato spesso sostituito dall’anticiclone africano, ben più caldo e invadente. Un cambiamento non casuale, ma legato agli effetti del cambiamento climatico sullo sbalzo termico tra Nord Africa e Sud Europa e sul comportamento del jet stream.
Clima impazzito: cosa ci dicono gli ultimi anni
Nel 2023, l’Europa ha vissuto l’estate più calda mai registrata, con temperature record, ondate di calore estremo e incendi devastanti. Nel 2024, la tendenza non si è invertita. Secondo Copernicus e IPCC, l’area mediterranea è uno degli hotspot climatici mondiali: si riscalda circa il 20% più velocemente della media globale.
Il ritorno delle Azzorre, quindi, non è una garanzia di stabilità climatica, ma una fluttuazione temporanea in un contesto di fondo sempre più instabile.
Un’occasione per ripensare il rapporto clima-salute
Oltre al sollievo immediato per milioni di cittadini, un’estate più “azzorriana” ha effetti ambientali e sanitari importanti:
- Meno ozono e inquinanti nelle città, grazie a minori temperature estreme.
- Ridotto stress idrico e termico su ecosistemi agricoli e forestali.
- Risparmio energetico, con minore ricorso all’aria condizionata.
Ma tutto questo potrebbe durare poco. La pressione subtropicale africana resta in agguato e le ondate di calore potrebbero tornare ad agosto, con picchi anche più estremi.
Il meteo come spia del cambiamento climatico
Non bisogna confondere meteo e clima. Ma i segnali meteo, come questo ritorno fugace delle Azzorre, possono fungere da indicatori: ci mostrano quanto siano mutate le “regole” stagionali a cui eravamo abituati.
La vera domanda è: vogliamo continuare a sperare in “tregue fortunate”, o iniziare a pianificare la resilienza dei territori e delle città a un clima che non sarà mai più quello del passato?
Il ritorno dell’anticiclone delle Azzorre è una buona notizia a breve termine, ma non cambia lo scenario climatico a lungo termine. Serve memoria, consapevolezza e soprattutto azione: l’estate che viviamo oggi può insegnarci molto sull’ambiente che stiamo costruendo per il futuro.
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