Sahara verde, la rinascita inaspettata del deserto: piogge in aumento fino al 75% entro fine secolo
Per secoli, il Sahara ha rappresentato l’emblema dell’aridità: distese infinite di sabbia, dune che mutano forma con il vento e un sole impietoso che raramente lascia spazio alle nuvole. Eppure, un recente studio dell’Università dell’Illinois apre uno scenario sorprendente: entro la fine di questo secolo, il deserto più grande del mondo potrebbe diventare molto più umido di oggi.
Secondo i ricercatori, entro il 2100 il Sahara potrebbe registrare un aumento delle precipitazioni fino al 75% rispetto alla media storica. Una prospettiva che, se confermata, rivoluzionerebbe la geografia e l’ecologia di un’intera regione del pianeta.
Il Sahara non è sempre stato un deserto
Sebbene oggi sia sinonimo di aridità, il Sahara non è sempre stato così. Le analisi geologiche e paleoclimatiche mostrano che circa 800.000 anni fa e in periodi successivi, l’attuale distesa sabbiosa era una terra fertile e rigogliosa, attraversata da fiumi e popolata da animali e comunità umane.
L’alternanza tra fasi umide e aride è legata alle oscillazioni dell’asse terrestre e ai cicli monsonici africani, che nei millenni hanno modificato la distribuzione delle piogge. In alcuni momenti della storia naturale della Terra, il Sahara era addirittura una savana verdeggiante.
Le proiezioni climatiche per il XXI secolo
Il ritorno dell’idea di un “Sahara verde” non è quindi una fantasia, ma la possibile ripetizione di un antico ciclo naturale, accelerato però dai cambiamenti climatici causati dall’uomo.
Il team di ricerca dell’Università dell’Illinois ha analizzato 40 modelli climatici, proiettando le condizioni meteorologiche dell’Africa tra il 2050 e il 2099. Le simulazioni indicano un aumento complessivo delle precipitazioni in gran parte del continente, con un dato sorprendente per il Sahara: le piogge potrebbero raddoppiare rispetto ai livelli storici.
Perché il Sahara potrebbe diventare più umido
L’aumento delle precipitazioni sarebbe dovuto al riscaldamento globale. Temperature più elevate permettono all’atmosfera di trattenere maggiori quantità di vapore acqueo, che successivamente si condensano e producono piogge più abbondanti.
Il fenomeno non riguarderà solo il Nord Africa: gli studiosi prevedono un aumento delle piogge anche nell’Africa orientale e centro-meridionale, mentre alcune aree dell’Africa sud-occidentale potrebbero diventare più secche.
Conseguenze ambientali e sociali
Le implicazioni di un possibile cambiamento climatico di questa portata sono enormi. Un Sahara più umido significherebbe trasformazioni profonde negli ecosistemi, nella distribuzione della popolazione e nelle dinamiche agricole.
Zone oggi deserte potrebbero tornare fertili, aprendo nuove opportunità di coltivazione e insediamento umano. Tuttavia, un aumento improvviso delle piogge potrebbe anche causare inondazioni, erosione e perdita di suolo in regioni non preparate a gestire grandi quantità d’acqua.
Il ricercatore Thierry Ndetatsin Taguela, autore principale dello studio, sottolinea l’urgenza di pianificare strategie di adattamento: dalla gestione delle inondazioni allo sviluppo di colture resistenti alla siccità.
Un “miracolo verde” o un segnale di squilibrio?
L’idea di un Sahara rigoglioso affascina, ma gli scienziati invitano alla cautela. L’aumento delle precipitazioni non rappresenta necessariamente una buona notizia: è il segno di un sistema climatico in rapido squilibrio.
Inoltre, la variabilità dei modelli climatici lascia spazio a incertezze. Alcuni esperti non concordano sull’entità del fenomeno, e il rischio di oscillazioni estreme – tra piogge torrenziali e siccità prolungate – resta molto alto.
Il Sahara come specchio del clima terrestre
Con i suoi oltre nove milioni di chilometri quadrati, il Sahara è molto più di un deserto: è un termometro del clima terrestre. Le trasformazioni che lo attendono potrebbero anticipare ciò che accadrà altrove, in un mondo sempre più caldo e instabile.
Che torni davvero a fiorire o resti un mare di sabbia, il Sahara resta un simbolo potente di natura, tempo e resilienza. Se un giorno la pioggia cadrà sulle sue dune, sarà il segno che la Terra sta riscrivendo ancora una volta la propria storia — nel bene e nel male.
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