Rinnovabili, la Sardegna vieta l’eolico. Alemanni (AVS): “Anacronistico e irresponsabile”
La decisione della Regione Sardegna di vietare gli impianti eolici nelle zone industriali è stata duramente criticata da Francesco Alemanni, esponente di AVS e della direzione nazionale di Europa Verde. In una nota, Alemanni ha definito la scelta della Giunta sarda “anacronistica” e “profondamente irresponsabile” di fronte all’urgenza della crisi climatica.
Una decisione che ignora l’urgenza
Secondo Alemanni, la delibera regionale rappresenta un ostacolo ingiustificato alla transizione energetica e alla decarbonizzazione dell’isola. La scelta di impedire lo sviluppo dell’eolico proprio in aree già compromesse e inquinate, dove l’impatto paesaggistico sarebbe minimo, non ha evidenti motivazioni scientifiche. Il rappresentante AVS sottolinea la contraddizione di una politica che, mentre l’isola soffre gli effetti di incendi, siccità e inquinamento industriale, “erige un muro contro l’energia pulita”. Le proteste di alcuni sindaci vengono definite più politiche che sostanziali, scontrandosi anche con la giustizia amministrativa che ha già chiarito come l’installazione di fotovoltaico in queste aree sia attività edilizia libera.
Un’occasione persa per economia e ambiente
Alemanni evidenzia anche le ricadute economiche negative della decisione. L’introduzione dei prezzi zonali, già prevista dalla direttiva europea, potrebbe portare in Sardegna a una riduzione del costo dell’energia del 30-40%, come già avvenuto in Spagna e Germania. Questo, conclude, rappresenterebbe un volano cruciale per la ripresa economica e occupazionale dell’isola.
“Impedire lo sviluppo delle rinnovabili dove per decenni l’industria fossile ha lasciato veleni e ferite ambientali è una contraddizione inaccettabile”, scrive Alemanni. “Si sceglie di tutelare un paesaggio industriale degradato anziché la salute dei cittadini e il futuro del pianeta”. La nota si conclude con un appello alla Regione Sardegna per un’immediata inversione di rotta, affinché l’isola “abbracci le tecnologie pulite come opportunità di riscatto e sviluppo sostenibile, non come una minaccia da cui difendersi”.
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