Sentenza storica: il dolore per la perdita del proprio cane è risarcibile
Il Tribunale di Brescia, con la sentenza n. 1256 del 28 marzo 2025, ha sancito un importante principio giuridico: il dolore causato dalla perdita del proprio animale d’affezione, come un cane, deve essere riconosciuto e risarcito come danno non patrimoniale. La notizia, riportata e commentata da ADUC, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, rappresenta un passo avanti nel riconoscimento del legame emotivo tra uomo e animale.
Il caso riguarda la morte di un cane vittima di un’aggressione da parte di un altro animale. Il Tribunale ha ritenuto responsabile il proprietario del cane aggressore ai sensi dell’art. 2052 del Codice Civile, che prevede una responsabilità oggettiva per i danni causati dagli animali di proprietà.
In base alle prove, ai conviventi con il cane è stato riconosciuto un risarcimento di 1.500 euro ciascuno, aumento a 1.800 euro per chi era presente al momento dell’aggressione e 800 euro per un componente familiare non convivente. Oltre al danno non patrimoniale, sono stati liquidati anche i danni patrimoniali legati al valore economico dell’animale e ai costi di smaltimento.

La sentenza evidenzia come la perdita di un animale d’affezione possa ledere un interesse costituzionalmente tutelato, quello della sfera relazionale e affettiva della persona, come previsto dall’articolo 2 della Costituzione. Tuttavia, è necessario dimostrare concretamente il danno subito, inclusi lo stato di malessere e le spese correlate.
Questo provvedimento, come evidenziato da ADUC, riflette un’evoluzione della sensibilità giuridica e sociale che riconosce gli animali come membri della famiglia con diritti da tutelare.
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