Perché il rinvio all’Anti-Shrinkflation al 2026 fa cosa arrabbiare l’Unione Consumatori
Un rinvio inaspettato e, secondo l’Unione Nazionale Consumatori (UNC), “scandaloso”. La 1° Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato un emendamento che posticipa l’entrata in vigore della fondamentale norma anti-shrinkflation del Codice del Consumo al 1° luglio 2026. Una decisione che ha scatenato la dura reazione dell’associazione dei consumatori, che la definisce “uno schiaffo in faccia alle famiglie”.
La norma, attesa per il 1° ottobre di quest’anno, mirava a contrastare una delle pratiche commerciali più subdole e odiate: la shrinkflation.

Cos’è la Shrinkflation e perché è un problema
Il fenomeno della shrinkflation (dall’inglese shrink, “restringere”) è un inganno mascherato: il produttore riduce il peso o la quantità del prodotto mantenendo però inalterato il prezzo di vendita o, in alcuni casi, aumentando persino il costo al chilo o al litro. Il risultato è un aumento di prezzo occulto, difficile da notare per il consumatore distratto che è abituato a identificare il prodotto dal packaging familiare.
L’emendamento in questione avrebbe dovuto imporre maggiore trasparenza, obbligando i produttori a notificare chiaramente al consumatore la diminuzione del contenuto.
Danni a consumatori e ambiente: la denuncia
La proroga di ben nove mesi non è solo un colpo al potere d’acquisto delle famiglie, già sotto pressione per l’inflazione, ma rappresenta anche un grave problema ambientale.
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, non usa mezzi termini: “Scandaloso! Uno schiaffo in faccia alle famiglie e alla difesa del loro potere d’acquisto.”
Ma la critica si spinge oltre l’aspetto economico, toccando un nervo scoperto per un giornale come “Ambiente in Salute”: la questione dell’overpackaging.
“Un autogol anche rispetto all’ambiente che paga dazio a questo insensato overpackaging,” afferma Dona.
Mantenere la confezione precedente pur riducendo il contenuto interno significa, infatti, aumentare la proporzione di imballaggio non necessario rispetto al prodotto effettivamente acquistato. Meno prodotto, stessa o maggiore plastica, cartone o altro materiale di imballaggio da smaltire. Una chiara inversione di tendenza rispetto agli sforzi per la riduzione dei rifiuti e l’economia circolare.
UNC: appello all’Aula del Senato
Di fronte a quello che l’UNC definisce un “vero e proprio blitz”, Massimiliano Dona lancia un appello urgente all’Aula del Senato:
“Ci appelliamo all’Aula del Senato perché ponga rimedio a questa assurda proroga di addirittura 9 mesi,” conclude il presidente dell’associazione.
L’obiettivo è bloccare questo slittamento e permettere che la norma, che contrasta l’inganno mascherato e l’inefficiente uso delle risorse in termini di imballaggi, entri finalmente in vigore il prima possibile per tutelare in modo concreto sia il portafoglio dei cittadini che la salute del nostro pianeta.
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