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Lo spreco alimentare costa all’Italia 5,5 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno

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Lo spreco alimentare costa all’Italia 5,5 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno

Ogni anno nel mondo si sprecano circa 1,5 miliardi di tonnellate di cibo, equivalenti a un terzo della produzione alimentare totale. Questo spreco avviene in un contesto in cui oltre 673 milioni di persone soffrono la fame e 2,3 miliardi vivono in condizioni di insicurezza alimentare.

Le perdite alimentari hanno un impatto ambientale drammatico. Sono responsabili del 10% delle emissioni globali di gas serra, generano uno spreco idrico pari a 250 km³ l’anno e consumano il 28% dei terreni agricoli mondiali, destinati a produrre cibo che non verrà mai consumato.

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I numeri dello spreco alimentare in Italia

Secondo i dati diffusi da Waste Watcher International, in Italia ogni anno vengono buttate circa 6,7 tonnellate di cibo. Questo spreco genera oltre 5,5 milioni di tonnellate di CO2.

Nel mese di agosto 2025, il monitoraggio delle abitudini alimentari ha rilevato un miglioramento rispetto all’anno precedente. Ogni italiano ha sprecato in media 555,8 grammi di cibo a settimana, contro i 683 grammi del 2024. Nonostante il progresso, resta ancora distante l’obiettivo di 369,7 grammi settimanali fissato per il 2030.

Differenze regionali e demografiche nel comportamento degli italiani

Lo spreco settimanale varia sensibilmente da nord a sud:

Centro Italia: 490,6 grammi (area più virtuosa)

Nord Italia: 515,2 grammi

Sud Italia: 628,6 grammi

Le famiglie con figli si dimostrano più attente, con una riduzione del 17% rispetto alle famiglie senza figli. Anche i grandi centri urbani risultano più virtuosi rispetto ai comuni di medie dimensioni.

I cibi più sprecati nelle case italiane

Secondo l’indagine, i prodotti più frequentemente gettati sono:

Frutta fresca: 22,9 grammi a settimana

Verdura fresca: 21,5 grammi

Pane: 19,5 grammi

Insalata: 18,4 grammi

Cipolle e tuberi: 16,9 grammi

Lo spreco è spesso legato a cattive abitudini: conservazione inadeguata, mancanza di pianificazione degli acquisti, scarsa attenzione alle scadenze.

Inflazione e comportamenti alimentari

L’aumento dei prezzi dei generi alimentari nel 2025 (+3,7%) ha spinto molte famiglie a ridurre lo spreco attraverso scelte più consapevoli. Il 45% degli italiani ha iniziato a consumare prima gli alimenti più deperibili, mentre il 21% ha aumentato la frequenza di acquisto per evitare accumuli.

Solo il 14% non ha modificato le proprie abitudini, mentre il 6% non ha percepito alcun impatto delle temperature anomale sulla deperibilità degli alimenti.

Consapevolezza ambientale

La crisi climatica e le tensioni internazionali hanno influenzato le scelte alimentari:

Il 37% degli italiani sceglie prodotti made in Italy

Il 22% predilige prodotti locali o a chilometro zero

Il 10% opta per i prodotti più economici

Il 5% ha ridotto la spesa alimentare per motivi economici

Il 66% dichiara di mantenere alta l’attenzione sull’ambiente

Il 50% degli italiani valuta l’impatto ambientale dei prodotti acquistati, ma il 17% resta scettico sul legame tra crisi climatica e cambiamenti meteorologici.

La sfida del 2030

Il direttore scientifico di Waste Watcher, Andrea Segrè, sottolinea l’importanza di strumenti semplici, come l’app Sprecometro, per aiutare le famiglie a migliorare le proprie abitudini.

Il traguardo fissato dall’Agenda 2030 dell’ONU è ambizioso: dimezzare lo spreco alimentare. Ma il cambiamento è possibile solo rafforzando la consapevolezza collettiva e trasformando le buone abitudini in comportamenti duraturi.

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