In Inghilterra stop alla bollitura delle aragoste vive: sono esseri senzienti. E in Italia?
L’Inghilterra si prepara a dire addio alla bollitura dei crostacei vivi. Il governo britannico ha annunciato l’intenzione di vietare questa pratica nell’ambito della nuova Strategia per il benessere animale, riconoscendo ufficialmente crostacei decapodi e cefalopodi come esseri senzienti, capaci di provare dolore e sofferenza.
Il provvedimento, definito imminente, riguarderà aragoste, granchi, gamberi, scampi, ma anche polpi e calamari. Una svolta che dà concreta attuazione al cambio di paradigma avviato nel 2022, quando il Regno Unito ha riconosciuto per legge la sensibilità di queste specie, fino ad allora escluse dalle principali tutele sul benessere animale.

Il plauso di OIPA
La notizia è stata accolta con favore da OIPA – Organizzazione Internazionale Protezione Animali.
«L’Inghilterra si prepara a seguire i precedenti virtuosi di Svizzera, Norvegia e Nuova Zelanda, dove la bollitura dei crostacei coscienti è illegale da tempo», ha dichiarato Massimo Comparotto, presidente di OIPA Italia.
«Non si tratta solo di tutelare animali spesso considerati esclusivamente come merce culinaria, ma di dimostrare che un cambiamento culturale è possibile anche nelle pratiche più radicate».
Un cambio culturale e scientifico
Negli ultimi anni numerosi studi scientifici hanno dimostrato che crostacei e cefalopodi possiedono sistemi nervosi complessi e risposte comportamentali compatibili con la percezione del dolore. Da qui la crescente pressione internazionale per l’adozione di metodi di stordimento preventivo e di abbattimento non cruenti.
Il divieto britannico rappresenta dunque un passo avanti non solo sul piano normativo, ma anche su quello etico, allineando la legislazione alle evidenze scientifiche più recenti.
E l’Italia?
Nel nostro Paese il percorso è ancora frammentato. Negli ultimi anni si sono registrati provvedimenti locali e alcune decisioni giurisprudenziali che riconoscono forme di tutela per crostacei e cefalopodi, ma manca una normativa nazionale organica.
OIPA ha annunciato che continuerà a monitorare l’evoluzione della strategia britannica e a sostenere politiche che mettano al centro il benessere animale, auspicando che anche l’Italia e altri Paesi europei possano seguire l’esempio del Regno Unito.
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