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Mobilità urbana a misura di bambino: Italia fanalino di coda in Europa

strade scolastiche

Mobilità urbana a misura di bambino: Italia fanalino di coda in Europa

Mentre centinaia di manifestazioni di bambine e bambini animano le strade italiane fino a fine maggio per chiedere a gran voce strade scolastiche sicure, un’analisi impietosa di Clean Cities Campaign dipinge un quadro allarmante della mobilità urbana del nostro Paese a misura dei più piccoli. La classifica europea che valuta le città in base a strade scolastiche, ciclabilità e zone a bassa velocità relega l’Italia nelle retrovie, con nessuna città nella top 10.

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Bologna (16ª) siPosiziona come la più virtuosa tra le italiane, seguita da Milano (23ª) e Torino (24ª). Un risultato che evidenzia un’Italia a due velocità: se da un lato spicca l’impegno, seppur ancora insufficiente, per le strade scolastiche, dall’altro sconta una cronica mancanza di investimenti in piste ciclabili sicure e nella moderazione della velocità.

“Streets for Kids”: la mobilitazione dal basso per città più sicure e sane per le strade scolastiche

Proprio per scuotere le coscienze e sollecitare interventi concreti, è tornata dal 9 maggio la mobilitazione europea “Streets for Kids”, promossa dalla coalizione Clean Cities Campaign. Fino a fine maggio, migliaia di bambini, insieme a genitori e associazioni, scendono in strada in 18 paesi europei, con oltre un centinaio di iniziative solo in Italia. L’obiettivo è chiaro: chiedere più strade scolastiche e zone a bassa velocità nei pressi delle scuole per garantire maggiore sicurezza, salute e autonomia ai più giovani.



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Gli indicatori chiave: strade scolastiche, ciclabilità e limite di velocità

La classifica di Clean Cities Campaign si basa su tre indicatori fondamentali, in linea con le raccomandazioni delle Nazioni Unite e degli esperti per città a misura di bambino:

  • Strade scolastiche: vie limitrofe alle scuole primarie con regolamentazione del traffico per aumentare la sicurezza, ridurre rumore e inquinamento e incentivare la mobilità attiva.
  • Piste ciclabili in sede separata: infrastrutture che garantiscono la sicurezza dei ciclisti, soprattutto per i bambini.
  • Limite di velocità a 30 km/h in ambito urbano: misura cruciale per ridurre incidenti e inquinamento, supportata da OMS, OCSE e Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti.

L’Italia al microscopio: luci e ombre

Se analizziamo i singoli indicatori, l’Italia mostra un segnale positivo per le strade scolastiche, con Milano al 2° posto in Europa, seguita da Torino (4ª) e Bologna (11ª). Anche Roma (16ª) è in progresso, mentre Firenze si colloca in fondo alla classifica. È importante sottolineare che la classifica considera sia le chiusure temporanee che le pedonalizzazioni permanenti: se si guarda solo a queste ultime, Milano, Roma, Torino e Bologna rientrano tra le prime dieci.

Tuttavia, le performance italiane in termini di moderazione della velocità e infrastrutture ciclabili restano modeste. Bologna (18ª) è la migliore per quanto riguarda le “Città 30”, seguita da Firenze (24ª). Milano (30ª), Torino (31ª) e Roma (33ª) sono ancora molto indietro. Sul fronte della ciclabilità, la situazione è ancora più critica, con Roma tra le ultime tre città europee e Milano, Firenze, Bologna e Torino nella parte medio-bassa della classifica.

L’Europa virtuosa: Parigi, Londra e Bruxelles in rapida ascesa

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A livello europeo, città come Parigi, Londra e Bruxelles stanno compiendo progressi significativi, mettendo in discussione i leader tradizionali come Amsterdam e Copenaghen. Parigi, in particolare, si è affermata come la migliore città europea per la mobilità attiva dei bambini grazie a una vasta rete di piste ciclabili protette, limiti di velocità ridotti e zone a traffico limitato vicino alle scuole.

Londra primeggia per il numero di strade scolastiche, mentre Parigi ed Helsinki vantano reti ciclabili protette che coprono quasi la metà della loro rete stradale. Parigi è anche all’avanguardia per l’estensione delle zone con limite di velocità a 30 km/h.

Le gravi conseguenze di strade insicure per i bambini

Strade non sicure espongono i bambini a maggiori rischi di incidenti stradali e inquinamento, con conseguenze drammatiche sulla loro salute e autonomia. Ogni giorno, in media, un bambino muore nell’UE a causa di incidenti stradali, e molti di più rimangono gravemente feriti. L’inquinamento atmosferico, inoltre, causa la morte prematura di migliaia di bambini e adolescenti ogni anno in Europa. La crescente presenza di auto, inoltre, limita la capacità dei bambini di spostarsi autonomamente, contribuendo a una preoccupante “epidemia” di inattività.

Il ruolo cruciale della mobilitazione dei genitori

Nonostante il quadro generale non sia incoraggiante, l’Italia può contare su una forte spinta dal basso. Come sottolinea Anna Becchi, Campaign Lead di Streets for Kids, “i migliori risultati in tema di strade scolastiche si osservano dove esiste una forte pressione civica dal basso”. L’esperienza europea, con Londra, Parigi e Lione come esempi virtuosi, dimostra come la partecipazione attiva dei genitori e dei movimenti cittadini possa essere determinante per innescare un cambiamento concreto.

Milano e Roma, con i loro programmi di pedonalizzazione delle strade scolastiche, stanno iniziando a muoversi nella direzione giusta. Tuttavia, è fondamentale che questo impegno prosegua con maggiore determinazione e con una visione politica chiara e condivisa per rispondere alle esigenze dei cittadini e trasformare le nostre città in luoghi realmente a misura di bambino. La mobilitazione “Streets for Kids” rappresenta un’occasione preziosa per sollecitare le istituzioni a investire con decisione nella sicurezza e nella salute dei più piccoli, rendendo le strade scolastiche un tratto distintivo di un futuro urbano più sostenibile e vivibile per tutti.

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