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TAR Campania boccia ricorso su area protetta Gaiola: protestano Marevivo e Greenpeace

TAR Campania boccia ricorso su area protetta Gaiola: protestano Marevivo e Greenpeace

Una sentenza che, secondo le associazioni ambientaliste, mette in secondo piano la tutela del mare e della biodiversità. Il TAR Campania ha respinto il ricorso presentato da Marevivo e Greenpeace Italia contro il progetto di Invitalia per le infrastrutture idriche e fognarie nell’area di Bagnoli, aprendo la strada a interventi che coinvolgono l’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola.

La decisione del TAR

Il 6 novembre il TAR della Campania ha confermato la legittimità del progetto di Invitalia per il potenziamento delle reti idriche e fognarie nell’area Posillipo-Bagnoli, comprese le opere sul collettore “Arena Sant’Antonio”, destinato a scaricare in prossimità dell’Area Marina Protetta della Gaiola.

Per i giudici, gli interventi sono “ampiamente migliorativi” della situazione attuale, poiché dovrebbero ridurre gli sversamenti e migliorare la qualità delle acque. Tuttavia, secondo Marevivo e Greenpeace Italia, la sentenza ignora gli effetti reali sugli habitat di Posidonia e coralligeno, tutelati da leggi nazionali ed europee.

Le associazioni: “Vince la burocrazia, perde il mare”

Marevivo e Greenpeace Italia hanno espresso delusione per una decisione che privilegia la burocrazia a scapito della scienza e della tutela ambientale. Secondo le due organizzazioni, il TAR ha valutato solo gli aspetti procedurali, trascurando la dimensione ecologica e l’obbligo delle istituzioni di salvaguardare le aree marine protette.

L’impegno delle associazioni è stato condiviso da numerose realtà civiche, culturali e scientifiche, oltre che da 16 associazioni del Coordinamento Tutela Mare “Chi Tene o’ Mare”, dai miticoltori locali e da enti come la Fondazione UniVerde e Confcommercio.

L’appello di Marevivo e Greenpeace

Valentina Di Miccoli di Greenpeace Italia ha ricordato che i pareri ministeriali favorevoli non si basano su studi scientifici sul campo. Anche la presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, ha sottolineato la contraddizione di prevedere nuovi scarichi proprio all’interno di un’area tutelata.

Secondo Giugni, la sentenza rappresenta un pericoloso precedente per tutte le Aree Marine Protette italiane ed europee. Dopo 35 anni di battaglie per la tutela della Gaiola, Marevivo annuncia che continuerà a difendere il mare di Napoli con tutti gli strumenti legali disponibili.

Il parere dell’AMP Gaiola

Per Maurizio Simeone, direttore dell’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola, la questione principale non è stabilire se l’intervento sia migliorativo o meno, ma riconoscere che in quell’area uno scarico fognario non dovrebbe esistere. Simeone denuncia lacune nella valutazione scientifica e nei dati biologici e oceanografici utilizzati a supporto del progetto.

Un rischio per la biodiversità marina

Le associazioni chiedono un’analisi approfondita e indipendente sugli effetti dell’opera sulla biodiversità, che interessa anche la Zona Speciale di Conservazione “Fondali Marini di Gaiola e Nisida” della Rete Natura 2000. Applicare il principio di precauzione, spiegano, dovrebbe essere una priorità assoluta in un contesto tanto fragile e prezioso.

La decisione, secondo gli ambientalisti, rischia di compromettere irreversibilmente un patrimonio naturale unico, appartenente non solo a Napoli ma all’intero Paese.

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