TAR del Lazio annulla parte del decreto Aree Idonee: cosa cambia per le rinnovabili
Il TAR del Lazio ha bocciato una parte cruciale del Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (DM Aree Idonee), annullando i commi 2 e 3 dell’articolo 7 che attribuivano ampia discrezionalità alle Regioni nella definizione delle aree idonee per lo sviluppo delle rinnovabili. A presentare il ricorso è stata ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento), che ha contestato il decreto in quanto lesivo della libertà imprenditoriale. La sentenza segna un punto di svolta per il futuro delle energie rinnovabili in Italia.
La sentenza
Il TAR ha stabilito che i commi 2 e 3 dell’articolo 7 del DM Aree Idonee sono contrari alla normativa nazionale, poiché permettevano alle Regioni di imporre ulteriori vincoli e limitazioni nella definizione delle aree idonee, al di là di quanto stabilito dallo Stato. In pratica, la discrezionalità concessa alle Regioni è stata ritenuta eccessiva e potenzialmente dannosa per lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Il commento del ministro Pichetto Fratin
Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato che, secondo la sentenza, “le aree non idonee non esistono”. Le zone individuate ex lege – come cave dismesse, aree industriali o compromesse – dovranno essere considerate idonee per legge alla produzione di energia rinnovabile. Il Ministro ha aggiunto: “Mi riservo di approfondire la sentenza e valutare quali azioni adottare per adeguare il Decreto”. Questo apre la strada a una revisione del provvedimento per garantire omogeneità nazionale e certezza normativa agli investitori.
Legambiente esulta: “Vittoria per clima e famiglie”
Anche le associazioni ambientaliste hanno accolto con favore la decisione. Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha definito la sentenza una “grande vittoria per la lotta alla crisi climatica, per l’indipendenza energetica del Paese e per l’abbassamento delle bollette”. Ha inoltre esortato il MASE a riscrivere al più presto il decreto e ha chiesto alle Regioni di adeguarsi senza ritardi per accelerare lo sviluppo ordinato di impianti fotovoltaici ed eolici.
Cosa succede ora
Con l’annullamento dei commi, le Regioni non potranno più introdurre restrizioni oltre a quelle previste dalla normativa statale. Il nuovo decreto dovrà riflettere questa impostazione, rendendo più snelle e uniformi le procedure per individuare le aree idonee e accelerando lo sviluppo degli impianti.
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