Tariffazione del carbonio: nel 2024 superati i 100 miliardi di dollari di entrate globali
Le entrate derivanti dalla tariffazione del carbonio hanno raggiunto una soglia storica nel 2024: oltre 100 miliardi di dollari a livello globale. A comunicarlo è la Banca Mondiale attraverso il suo nuovo rapporto annuale, “State and Trends of Carbon Pricing 2025”, che analizza l’adozione e l’efficacia dei sistemi di tassazione delle emissioni e degli scambi di quote di carbonio (ETS) nel mondo. La crescita registrata segna un passo significativo nell’uso delle leve fiscali per sostenere la transizione ecologica.
Carbon pricing
Secondo il rapporto, oggi sono attivi 80 strumenti di tariffazione del carbonio nel mondo, con un aumento netto di cinque rispetto al 2023. L’adozione è particolarmente marcata nelle grandi economie a medio reddito, che stanno integrando la tariffazione nelle proprie politiche ambientali e fiscali. I sistemi ETS, in particolare, rappresentano la maggior parte dei nuovi strumenti implementati o in fase di progettazione.
La diffusione di queste politiche ha portato a una copertura del 28% delle emissioni globali di gas serra. In termini economici, si tratta di economie che rappresentano quasi i due terzi del PIL mondiale. Il settore energetico e quello industriale sono i più interessati, mentre le emissioni agricole restano per ora escluse da qualsiasi forma di tariffazione.
Entrate investite in progetti ambientali e di sviluppo
Uno dei dati più significativi riguarda l’impiego delle entrate generate: oltre la metà è stata destinata a progetti ambientali, infrastrutturali e di sviluppo sostenibile. Questo evidenzia come la tariffazione del carbonio non sia soltanto uno strumento per limitare le emissioni, ma anche una leva per finanziare la transizione verde, creare occupazione e sostenere politiche climatiche più eque.
Axel van Trotsenburg, direttore generale senior della Banca Mondiale, sottolinea come il carbon pricing sia “uno strumento potente” in grado di sostenere più obiettivi contemporaneamente: dalla riduzione delle emissioni, all’aumento delle entrate pubbliche, fino alla stimolazione di investimenti privati tramite i mercati dei crediti di carbonio.
Crediti di carbonio
Il rapporto dedica anche un’analisi ai mercati dei crediti di carbonio, dove la domanda per la conformità regolatoria è quasi triplicata nell’ultimo anno. Al contrario, il mercato volontario resta ancora marginale, con una crescita modesta. I prezzi dei crediti variano notevolmente, ma i crediti di rimozione basati sulla natura, come quelli legati alla riforestazione o alla protezione degli oceani, continuano ad attirare un premio maggiore rispetto ad altri progetti.
Un decennio di crescita
Dal 2014 ad oggi, il cambiamento è evidente: in dieci anni la copertura delle emissioni è passata dal 12% al 28%, mentre le entrate sono triplicate. Anche i prezzi medi del carbonio sono quasi raddoppiati, segnalando una crescente accettazione dell’idea che chi inquina debba contribuire concretamente alla mitigazione degli impatti ambientali.
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