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Nuova tassa UE sui Raee non raccolti: all’Italia potrebbe costare 2,6 miliardi l’anno

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Nuova tassa UE sui Raee non raccolti: all’Italia potrebbe costare 2,6 miliardi l’anno

Dal 2028 l’Unione Europea potrebbe introdurre una nuova imposta per contribuire al finanziamento del bilancio comunitario. Tra le proposte ufficializzate ieri dalla Commissione Europea, spicca una tassa inedita destinata a colpire i rifiuti elettronici non raccolti, i cosiddetti Raee (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).

Secondo il comunicato della Commissione, per garantire un’Europa “più forte e resiliente”, serviranno entrate stabili e autonome. Il bilancio 2028‑2034, infatti, richiede risorse annuali pari a circa 58,5 miliardi di euro, e la tassa sui Raee sarà una delle principali fonti di finanziamento.

Come funziona la tassa sui Raee non raccolti

La nuova imposta proposta dalla Commissione prevede una aliquota fissa di 2 euro al kg di rifiuto elettronico non raccolto. Per calcolarla, si prenderà la differenza tra il peso medio degli apparecchi immessi sul mercato nei tre anni precedenti e quello dei Raee effettivamente raccolti.

Questo meccanismo, secondo le stime dell’Ue, dovrebbe generare da solo circa 15 miliardi di euro l’anno, rendendola la voce di maggior peso tra le nuove risorse proprie del bilancio pluriennale.

Impatto per l’Italia: fino a 2,6 miliardi l’anno

I dati italiani non sono incoraggianti: secondo le statistiche ufficiali, il tasso di raccolta dei Raee nel nostro Paese è fermo al 29,64%. Questo significa che quasi il 70% dei rifiuti elettronici non viene recuperato in modo corretto.

Applicando la tassa proposta, il conto per l’Italia sarebbe particolarmente salato: fino a 2,6 miliardi di euro l’anno. Una cifra che potrebbe avere ricadute su consumatori, produttori e distributori, oltre a spingere le istituzioni italiane a rafforzare i sistemi di raccolta differenziata e riciclo.

Non solo Raee: le altre tasse europee in arrivo

La tassa sui Raee non è l’unico strumento identificato dalla Commissione per finanziare il bilancio 2028‑2034. L’elenco delle nuove risorse include anche:

l’estensione del sistema ETS (scambio di quote di emissione);

il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM);

un’accisa armonizzata sui prodotti del tabacco;

un prelievo mirato sulle grandi imprese con fatturato annuo superiore ai 100 milioni di euro.

Tutti questi strumenti insieme contribuiranno a rendere l’Europa finanziariamente più autonoma e meno dipendente dai contributi diretti degli Stati membri.

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