Terremoto Campi Flegrei, gli alert della Società Geologica Italiana
L’evento sismico di magnitudo 4.6 (durata Md) che ha scosso l’area dei Campi Flegrei lo scorso 30 giugno alle ore 10:47:11 (UTC), ha rappresentato il terremoto più significativo della sequenza in corso iniziata nell’estate del 2023. L’episodio, avvenuto a mare nella parte meridionale della “zona risorgente” della caldera, riaccende l’attenzione sulla complessa situazione geologica di quest’area densamente abitata.
A seguito del sisma, è intervenuta la Società Geologica Italiana, che tramite il suo Presidente, Rodolfo Carosi, ha ribadito l’importanza di mantenere alta la guardia sulla prevenzione, coinvolgendo attivamente famiglie e cittadini, anche attraverso programmi di formazione nelle scuole.
L’analisi dell’evento e la dinamica del bradisismo
Warner Marzocchi, Professore di Geofisica all’Università di Napoli Federico II, ha fornito un’analisi dettagliata del terremoto. La magnitudo di questo evento è simile a quella registrata il 13 marzo di quest’anno, ma in una zona diversa della caldera. Sebbene la magnitudo durata (Md) indichi 4.6, una stima più precisa (magnitudo momento, più veritiera dell’energia liberata) potrebbe attestarsi tra 4.1 e 4.2.
L’epicentro si trova nella parte sud-occidentale della “zona risorgente” – l’area quasi-circolare che tende a sollevarsi durante il bradisismo. Gli eventi minori successivi si sono propagati in senso antiorario lungo lo stesso sistema di faglie ad anello. Questo terremoto, con una profondità di circa 3.9 km, è tra i più profondi registrati nell’area flegrea in questa sequenza, influenzando la modestia delle accelerazioni orizzontali percepite in superficie, specialmente se confrontate con eventi di magnitudo e profondità minori avvenuti nella parte emersa della caldera.
Cause della sismicità e il paragone con il passato
La genesi di questi terremoti è ancora oggetto di studio, data la complessità del sottosuolo vulcanico. Il Professor Marzocchi ha specificato che, da una prima analisi, l’evento non mostra segnali associati al movimento di magma, apparendo coerente con la sismicità osservata finora. Studi recenti suggeriscono che l’attuale attività sismica sia collegata al movimento verso l’alto della zona risorgente, probabilmente dovuto a una sovrapressurizzazione di gas a circa 3.5 km di profondità al centro della caldera.
Questa fase di sollevamento è iniziata circa 20 anni fa, con un’accelerazione negli ultimi anni. Sebbene la forma geometrica del sollevamento ricordi le deformazioni osservate nella crisi bradisismica del 1982-1984, le velocità attuali sono comunque significativamente inferiori rispetto a quel periodo.
Prevenzione e consapevolezza: il ruolo della formazione
Le dichiarazioni del Presidente della Società Geologica Italiana, Rodolfo Carosi, e del Professor Marzocchi convergono sull’importanza cruciale della prevenzione. La necessità di informare e formare la popolazione, anche attraverso le scuole come “ottimo canale per arrivare alle famiglie”, emerge come priorità per affrontare in modo consapevole la complessa realtà vulcanica e sismica dei Campi Flegrei. L’attenzione sulla prevenzione è l’unico strumento che può garantire una maggiore sicurezza e consapevolezza in un territorio così delicato.
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