Loading Now

Frane e alluvioni, perché in Toscana ora c’è “meno rischio”

Toscana meno rischio

Frane e alluvioni, perché in Toscana ora c’è “meno rischio”

La Regione Toscana ha presentato al Teatro della Compagnia di Firenze le conclusioni del percorso formativo “Meno Rischio in Toscana – Nuove soluzioni contro alluvioni e frane“. Un’iniziativa fondamentale per potenziare la prevenzione e la gestione del rischio idraulico e idrogeologico sul territorio regionale.

L’urgenza di tali azioni è dettata dai cambiamenti climatici sempre più evidenti e ha trovato riscontro in una partecipazione massiccia. Circa 900 persone a giornata hanno seguito gli otto webinar tematici svolti tra marzo e giugno.

Durante l’evento è stato anche svelato il logo ufficiale del progetto, frutto di un concorso vinto dall’Istituto Statale F. Enriques di Castelfiorentino, che ha superato altre 13 scuole secondarie di primo e secondo grado partecipanti. Sono state premiate anche le scuole classificatesi seconde e terze.

Alla presentazione sono intervenuti il Presidente della Regione Eugenio Giani, l’assessora all’ambiente, difesa del suolo e Protezione civile Monia Monni. E anche il Presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, insieme a rappresentanti di ANCI Toscana, UPI Toscana, ANBI Toscana, del volontariato di Protezione civile e della rete delle professioni.

La Prevenzione al Centro della Strategia Regionale della Toscana

Il Presidente Giani ha aperto l’evento sottolineando la crescente consapevolezza dei toscani. “I toscani si sentono più partecipi e consapevoli del fatto che la prevenzione sia lo strumento più efficace per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, che sempre più spesso si manifesta con frane, alluvioni e fenomeni di dissesto idrogeologico”.

Ha ricordato come, solo pochi anni fa, le opere di difesa del suolo fossero considerate una priorità secondaria, mentre oggi sono percepite come la prima necessità dai cittadini.

Giani ha evidenziato il successo del percorso formativo, che “ha coinvolto un numero significativo di persone e suscitato un grande interesse”. La partecipazione attenta e competente ai contenuti tecnici dei webinar dimostra che “dal basso, dalla partecipazione attiva e collettiva, possa nascere una nuova cultura della prevenzione”.



Ap-set-banner-Ambiente-in-Salute-728x90-1 Frane e alluvioni, perché in Toscana ora c'è "meno rischio"
Ap-set-banner-Ambiente-in-Salute-240x400-2 Frane e alluvioni, perché in Toscana ora c'è "meno rischio"

Per questo, ha annunciato l’intenzione di procedere con la legge per l’istituzione dei Piani di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PACC), che ogni Comune toscano dovrà elaborare.

Il Presidente ha ribadito l’importanza di integrare gli interventi di Protezione civile con azioni concrete di adattamento territoriale. Lo ha fatto prevedendo anche deroghe alle normative urbanistiche o quelle più rigide della Protezione civile. Questo, per rispondere a una realtà che nell’ultimo anno ha portato all’emanazione di ben sette ordinanze di emergenza regionale, poi trasformate in emergenze nazionali.

“Questa è la strada per rendere la Toscana più sicura, resiliente e pronta a fronteggiare le sfide che il cambiamento climatico ci impone,” ha concluso Giani.

Innovazione Normativa e Concetto di Rischio Non Mappabile

L’assessora Monia Monni ha espresso grande soddisfazione per i mesi di lavoro intenso. “Abbiamo organizzato 8 webinar, che hanno visto una partecipazione media di circa 900 persone per ciascun incontro. Un risultato straordinario che testimonia il grande interesse e l’urgenza dei temi affrontati”. Il percorso, che ha coinvolto tecnici comunali, professionisti, sindaci e giornalisti, è stato “ricco, stimolante e di vero confronto”. Ha inoltre fornito strumenti formativi fondamentali e aprendo al contempo un canale di ascolto per proposte concrete di modifica normativa.

Monni ha annunciato che verranno proposte integrazioni sia alla Legge 65 sul governo del territorio che alla Legge 41 sul rischio idraulico. L’obiettivo è superare il concetto ormai “fuorviante” della “sicurezza idraulica”, poiché “non esiste un rischio zero”. Il rischio va gestito, e l’acqua va governata “anche quando, inevitabilmente, esce dagli argini”.

Un’innovazione importante sarà l’introduzione del concetto di aree a rischio non mappabile, ovvero zone in cui il rischio non è facilmente prevedibile o cartografabile nei piani di gestione del rischio, ma che sono comunque esposte a fenomeni come piene improvvise, alluvioni lampo o colate detritiche.

In queste aree, anche in caso di nuove edificazioni o ristrutturazioni, verranno richiesti “accorgimenti specifici, misure tecniche che garantiscano la sicurezza delle persone, siano esse nuovi abitanti o residenti storici”. “È un cambiamento culturale prima ancora che normativo,” ha concluso Monni, sottolineando l’importanza di portarlo avanti con responsabilità e condivisione.

Il percorso formativo, iniziato il 12 marzo al Politeama di Prato, ha visto diverse fasi partecipate, con webinar e incontri rivolti a tecnici, professionisti e associazioni di categoria.

I partecipanti che hanno completato il percorso hanno ricevuto un attestato di “ente formato” sui temi del rischio idraulico e da frana, insieme ai riconoscimenti per i membri del Comitato Scientifico istituito per gli eventi del novembre 2023.

Sono stati consegnati anche attestati di partecipazione a coloro che hanno seguito i webinar tra il 27 marzo e il 29 maggio.

Share this content: