Transizione climatica, Pichetto: decidano i leader europei
Si è tenuto a Bruxelles il Consiglio Ue Ambiente, durante il quale il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha espresso la posizione dell’Italia in merito agli obiettivi climatici proposti dalla Commissione europea. Il focus è stato sull’ambizioso target di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040, una misura che, secondo il Ministro, deve essere valutata con pragmatismo.
“Ringrazio la Presidenza danese per il lavoro svolto sin qui e soprattutto per la scelta di rinviare le decisioni finali sulle modifiche alla Legge Clima al Consiglio europeo”, ha dichiarato. “Su temi così importanti, che comprendono l’intera economia di ciascun Paese, è fondamentale che si esprimano i capi di Stato e di Governo”.
Una decisione strategica per l’Unione
Per l’Italia, il rinvio della decisione rappresenta “una decisione di grande responsabilità e anche un forte segnale politico che riconosce la complessità e l’impatto strategico di questo dossier, che non può essere affrontato senza un chiaro indirizzo del Consiglio europeo”.
“Spetta ai leader di governo definire il livello di ambizione, così come tutte le condizioni abilitanti e le necessarie flessibilità per i propri territori”, ha sottolineato.
Condizioni abilitanti e costi sostenibili
Il Ministro ha ribadito la necessità di affrontare la transizione climatica senza imporre oneri insostenibili a cittadini e imprese. “Senza queste premesse, gli Stati membri rischiano ancora una volta di trovarsi di fronte a obiettivi inapplicabili e a costi insostenibili per i propri cittadini e le proprie imprese”.
Ha poi aggiunto: “Sappiamo quanto sia costato alle economie nazionali dover ottemperare a degli obblighi derivanti da scelte ideologiche. Con pragmatismo abbiamo provato a portare il nostro contributo”.
Energia e competitività
Affrontando il tema dell’energia, Pichetto ha evidenziato un altro nodo politico: “Non possiamo chiedere alle nostre imprese di competere a livello globale con regole più rigide e senza adeguati strumenti finanziari. Non possiamo chiedere ai cittadini di sostenere il costo della transizione senza garanzie sull’accessibilità energetica”.
Ha quindi invocato un “sistema europeo coerente” per evitare che la transizione “alimenti disuguaglianze e divisioni, anziché rafforzare l’Unione”.
Emissioni, assorbimenti e crediti internazionali
Tra i punti più tecnici del suo intervento, il Ministro ha sostenuto l’importanza di sfruttare tutti gli strumenti disponibili, compresi gli assorbimenti naturali e tecnologici: “Bloccare la piena contabilizzazione degli assorbimenti è un approccio che non ha senso né sul piano politico né su quello scientifico”.
Quanto al ricorso ai crediti internazionali, Pichetto ha parlato di “un’opportunità per cooperare in un contesto globale, attraendo investimenti anche in settori che hanno difficoltà a svilupparsi”.
Neutralità tecnologica e leadership europea
Pichetto ha ribadito la posizione dell’Italia in difesa della neutralità tecnologica. “Non accetteremo esclusioni non basate sulla scienza”, ha detto. “Tutte le tecnologie che contribuiscono a ridurre le emissioni devono essere parte della soluzione: rinnovabili, nucleare, stoccaggio, cattura e stoccaggio di carbonio, geotermia, idroelettrico, biocarburanti sostenibili e le soluzioni innovative che emergeranno”.
“Chiudere la porta a intere filiere significa condannare l’Europa a rincorrere gli altri attori globali, perdendo competitività e leadership”.
Una transizione credibile e condivisa
Il Ministro ha concluso il suo intervento con un appello al realismo e alla responsabilità condivisa: “La credibilità delle nostre decisioni passa dalla chiarezza delle scelte che offriamo a cittadini e imprese. È questo il momento di scegliere se costruire un’Europa capace di guidare la transizione, oppure un’Europa che rischia di restare intrappolata tra obiettivi irraggiungibili e fratture interne”.
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