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I ritardi negli investimenti nelle rinnovabili costeranno all’Italia 137 miliardi

Fotovoltaico Italia energia solare in Europa

I ritardi negli investimenti nelle rinnovabili costeranno all’Italia 137 miliardi

La transizione verso un sistema energetico basato su fonti rinnovabili rappresenta per l’Italia una priorità strategica. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, il Paese si trova ancora in ritardo rispetto ai target fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. Secondo il PNIEC, entro il 2030 l’Italia dovrebbe raggiungere una capacità installata di 131 gigawatt.

Nel 2024, la crescita è stata significativa, con 7,5 gigawatt di nuova capacità installata, quasi totalmente fotovoltaica. Ma i dati mostrano un rischio concreto: al ritmo attuale, il Paese potrebbe arrivare al 2030 con un deficit di circa 17 gigawatt rispetto agli obiettivi prefissati.

Rapporto OIR 2025

A sottolineare i costi dell’inazione è il nuovo Rapporto Annuale 2025 dell’Osservatorio Rinnovabili (OIR) di AGICI, presentato a Milano. Lo studio stima l’impatto economico, sociale e ambientale derivante da un mancato adeguamento ai target di decarbonizzazione.

Nel confronto tra lo scenario del PNIEC e quello definito “Business As Usual”, emerge che se l’Italia non dovesse colmare il ritardo, il costo totale per l’economia nazionale potrebbe superare i 137 miliardi di euro entro il 2050, ovvero più di 5 miliardi l’anno.

I costi ambientali e sociali dell’inazione

Oltre ai costi economici, lo studio segnala gravi conseguenze ambientali: un surplus di 585 milioni di tonnellate di CO₂ emesse, il consumo aggiuntivo di oltre 230 miliardi di metri cubi di gas naturale e quasi 700 mila tonnellate di carbone.

Gli impatti si estenderebbero anche al mercato del lavoro, con una perdita stimata di oltre 340 mila posti di lavoro, colpendo in particolare le aree più periferiche del Paese, già esposte a rischio di spopolamento.

I benefici di una transizione accelerata

Al contrario, il pieno raggiungimento degli obiettivi del PNIEC potrebbe generare benefici economici complessivi per oltre 162 miliardi di euro entro il 2050. I vantaggi includono un minore consumo di combustibili fossili, la riduzione delle emissioni di gas serra, un abbassamento dei prezzi dell’energia e l’aumento dell’occupazione qualificata.

Questo scenario richiederebbe un investimento aggiuntivo di circa 24 miliardi di euro, cifra che verrebbe ampiamente compensata dagli impatti positivi per l’economia, l’ambiente e la coesione sociale.

Gli investimenti degli operatori e le barriere da superare

Il rapporto analizza anche le strategie di 17 operatori attivi in Italia. Nel 2024, questi soggetti hanno investito 2,6 miliardi di euro nel nostro Paese, con una capacità installata di 31 gigawatt. Nei prossimi cinque anni, prevedono ulteriori investimenti per 16 miliardi di euro e lo sviluppo di 14 gigawatt aggiuntivi, soprattutto in fotovoltaico, eolico e sistemi di accumulo.

Tuttavia, persistono ostacoli strutturali. L’assenza di un quadro normativo stabile, i ritardi nei processi autorizzativi e la mancanza di una governance nazionale rappresentano ancora criticità rilevanti per la realizzazione degli impianti.

Opportunità per crescita sostenibile

Secondo AGICI, investire nelle rinnovabili significa anche contribuire allo sviluppo delle aree interne del Paese, spesso trascurate dai grandi investimenti infrastrutturali. Gli impianti vengono infatti realizzati prevalentemente in zone rurali, portando lavoro, servizi e nuove opportunità.

Per trasformare questa sfida in un’occasione concreta, è necessario costruire una cornice normativa solida e prevedibile, capace di attrarre capitali e sostenere uno sviluppo equilibrato tra territori, economia ed ecologia.

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