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Tassazione sulle emissioni auto, in Italia chi inquina non paga

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Tassazione sulle emissioni auto, in Italia chi inquina non paga

Il Parlamento europeo ha approvato la procedura d’urgenza per discutere la proposta della Commissione europea che punta a concedere maggiore flessibilità temporale alle case automobilistiche nel rispetto dei target di emissioni. In particolare, si prevede che la conformità al limite di 93,6 g/km di CO₂ venga calcolata su una media triennale (2025-2027) e non annuale. L’obiettivo è evitare sanzioni immediate per i produttori in ritardo, pur mantenendo invariati i target di lungo termine.

Nessuna tassa legata alle emissioni

Intanto secondo la nuova Good Tax Guide di Transport & Environment (T&E), organizzazione indipendente leader nella decarbonizzazione dei trasporti in Europa, l’Italia è uno dei pochi Paesi europei dove il principio “chi inquina paga” non trova ancora applicazione nel settore auto. Insieme a Bulgaria e Slovacchia, il sistema fiscale italiano è totalmente sganciato dalle emissioni di CO₂, sia per le auto private che per quelle aziendali.

Auto aziendali

Le auto aziendali rappresentano circa il 60% delle nuove immatricolazioni nell’Ue. In Italia, il vantaggio fiscale tra un’auto elettrica e una a motore endotermico per uso aziendale può raggiungere i 14.700 euro in 4 anni. Ma il dato resta modesto se confrontato con altri Paesi: 30.300 euro in Portogallo, 27.000 in Slovenia. L’Italia, in termini di convenienza fiscale, è solo 21esima su 31 Paesi analizzati.

Le proposte di T&E

T&E sottolinea l’urgenza di riformare il sistema fiscale italiano per incentivare la mobilità sostenibile. Le proposte comprendono:

Rimodulare la tassa di immatricolazione in base alle emissioni di CO₂;

Introdurre criteri emissivi nella tassazione delle auto aziendali;

Eliminare esenzioni dal bollo per veicoli storici inquinanti;

Allineare i benefici fiscali alla reale efficienza ambientale del mezzo.

Riforma strutturale e graduale

“In Italia serve una riforma coraggiosa e graduale, che premi chi sceglie tecnologie pulite e penalizzi chi continua a inquinare”, dichiara Esther Marchetti, Clean Transport Advocacy Manager di T&E Italia, che aggiunge: “La fiscalità è uno degli strumenti più incisivi per orientare le scelte dei consumatori e delle imprese. Prova ne è la recente riforma sulle auto aziendali in uso ai dipendenti, che ha già contribuito ad aumentare la quota di auto elettriche nel mercato aziendale nel primo trimestre del 2025. Ma ci sono ancora ampi spazi di miglioramento: lo sconto fiscale ancora previsto per le auto endotermiche va rivisto e gradualmente eliminato del tutto. È inoltre urgente intervenire sulla tassa di immatricolazione, sulla deducibilità del costo dei veicoli e sull’IVA, strumenti dal grande potenziale per accelerare la transizione”.

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