Ue: la Mediatrice accusa la Commissione di passi indietro e “antidemocratici” sull’ambiente
La Mediatrice europea ha contestato duramente la Commissione UE per avere indebolito tutele ambientali e procedure democratiche in più dossier legislativi, tra cui i pacchetti Omnibus e la riforma “urgente” della Politica agricola comune (PAC).
La decisione rappresenta un punto di svolta che, secondo le organizzazioni ambientaliste, rafforza la domanda di trasparenza, inclusione e analisi basate su evidenze scientifiche nelle politiche comunitarie.
L’indagine prende origine da denunce presentate da ClientEarth, BirdLife Europe and Central Asia (Lipu per l’Italia), Anti-Slavery International, Clean Clothes Campaign, ECCJ, Friends of the Earth Europe, Global Witness, Notre Affaire À Tous e T&E.

Omnibus I: la Commissione sotto accusa
La Mediatrice, Teresa Anjinho, ha rilevato tre criticità centrali nella gestione del pacchetto Omnibus I, dedicato alla semplificazione normativa e alla revisione delle leggi sulla responsabilità delle imprese, come la direttiva CSDDD:
1. Violazione dei principi di buona amministrazione
La Commissione non avrebbe garantito la trasparenza prevista dal diritto UE, limitando l’accesso ai documenti e producendo informazioni incomplete.
2. Consultazioni squilibrate e poco inclusive
La Commissione avrebbe privilegiato incontri con rappresentanti industriali, riducendo di fatto la partecipazione della società civile, in violazione delle prassi di consultazione richieste dai Trattati.
3. Mancanza di una valutazione climatica adeguata
La Commissione non ha fornito prove di aver effettuato la valutazione di compatibilità climatica obbligatoria ai sensi della Legge europea sul clima.
Le organizzazioni denunciano che tali carenze rendono giuridicamente vulnerabile l’intero pacchetto Omnibus e chiedono una valutazione d’impatto completa, minacciando di chiedere il ritiro delle proposte qualora non siano rispettati i requisiti di legge.
La PAC 2024: modifiche “affrettate e opache”
Parallelamente, la Mediatrice ha criticato la gestione delle modifiche urgenti alla PAC 2024, introdotte nel contesto delle proteste degli agricoltori.
Secondo l’indagine, la Commissione:
- ha ridotto i requisiti ambientali senza analisi d’impatto;
- ha giustificato la riforma con un’“urgenza” non adeguatamente motivata;
- ha condotto consultazioni ristrette a sole quattro organizzazioni agricole, escludendo ONG e società civile;
- ha sottovalutato l’impatto delle modifiche sugli attori ambientali, affermando erroneamente che non fossero parti interessate.
Per la Mediatrice, tali scelti sono contrarie ai principi di trasparenza, imparzialità e inclusività richiesti dal diritto dell’Unione.
Le reazioni delle ONG: “Nessuno è al di sopra della legge”
Le ONG promotrici del reclamo hanno definito la decisione un segnale chiaro alla Commissione:
- le norme ambientali non possono essere indebolite senza giustificazione scientifica;
- le prove devono essere pubbliche, complete e verificabili;
- la società civile deve essere coinvolta in modo significativo.
Per BirdLife, ClientEarth e gli altri firmatari, la decisione è un richiamo fondamentale in un momento storico in cui le pressioni politiche e industriali spingono per una riduzione degli standard di tutela ambientale.
Implicazioni future: attenzione massima sui prossimi “pacchetti omnibus”
Con nuovi pacchetti Omnibus in preparazione, le ONG chiedono:
- piena conformità alle linee guida sulla Better Regulation;
- valutazioni d’impatto integrate e basate su dati scientifici;
- consultazioni trasparenti e inclusive;
- rispetto integrale degli obiettivi stabiliti dalla Legge europea sul clima.
La decisione della Mediatrice, concludono le organizzazioni, non è solo una censura formale: rappresenta un monito politico in vista di una stagione legislativa che influenzerà profondamente il futuro della biodiversità e della transizione ecologica in Europa.
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