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WWF contro l’UE: “Riduzione emissioni solo sulla carta”

WWF contro l’UE: “Riduzione emissioni solo sulla carta”

I ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea hanno concordato un nuovo obiettivo climatico per il 2040: ridurre del 90% le emissioni rispetto ai livelli del 1990. Una decisione che rappresenta un passo avanti nel percorso verso la neutralità climatica, ma che, secondo gli ambientalisti, rischia di essere più simbolica che sostanziale.

Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, ha commentato: “Gli Stati membri sostengono di aver concordato un obiettivo del 90%, ma si tratta solo di un gioco di prestigio. Una volta eliminate le compensazioni e il potenziale uso strumentale dell’assorbimento del carbonio, la cifra reale sarà inferiore all’85%. L’UE dovrebbe dare l’esempio, non sfruttare le scappatoie.”

Il nuovo contributo climatico per il 2035

Oltre all’obiettivo 2040, i ministri hanno definito anche il contributo determinato a livello nazionale (NDC) dell’UE per il 2035, in vista della COP30 di Belém. Tuttavia, il risultato non soddisfa le aspettative del WWF, che giudica la decisione poco ambiziosa.

L’UE ha confermato un intervallo di riduzione delle emissioni compreso tra il 66,25% e il 72,5%, lo stesso della precedente dichiarazione di intenti. Secondo il WWF, nella pratica, gli Stati membri tenderanno a perseguire solo il limite inferiore, pari al 66,25%, rendendo l’accordo insufficiente per rispettare la traiettoria climatica necessaria a contenere il riscaldamento globale.

Le critiche del WWF

Il WWF riconosce positivamente il fatto che l’UE abbia presentato una proposta climatica prima della COP30, evitando di arrivare al vertice senza una strategia. Tuttavia, l’organizzazione evidenzia come l’affidamento alle compensazioni internazionali rischi di svuotare il significato dell’obiettivo del 2040.

Il Comitato scientifico consultivo europeo sui cambiamenti climatici (ESABCC) ha già segnalato che le compensazioni dovrebbero essere aggiuntive rispetto agli impegni nazionali. Secondo l’ESABCC, solo il 16% delle compensazioni finora realizzate ha generato una riduzione effettiva delle emissioni.

Il WWF sottolinea inoltre che affidarsi alle compensazioni rischia di distogliere investimenti fondamentali per la transizione industriale ed energetica dell’Europa.

Ritardi e concessioni che indeboliscono la politica climatica

Il Consiglio UE sta valutando di consentire agli Stati membri di utilizzare un ulteriore 5% di crediti di compensazione a livello nazionale. Allo stesso tempo, i ministri hanno chiesto di rinviare l’entrata in vigore del sistema ETS per gli edifici e il trasporto su strada e di posticipare la progressiva eliminazione delle quote gratuite di emissione.

Secondo il WWF, queste scelte rallentano l’azione climatica e inviano un messaggio negativo ai Paesi più avanzati nella transizione ecologica.

Mariagrazia Midulla ha aggiunto: “L’aggiunta di una clausola di revisione dopo cinque anni trasforma quello che dovrebbe essere un percorso chiaro e stabile per gli investitori in un obiettivo flessibile. L’Italia si vanta di aver ottenuto risultati importanti, ma sembra voler favorire gli inquinatori, spostando il peso sui cittadini.”

Il rischio legato ai pozzi naturali di assorbimento del carbonio

Il testo del Consiglio collega la revisione degli obiettivi al livello di assorbimento naturale del carbonio. Secondo il WWF, questo potrebbe offrire agli Stati membri una scappatoia per abbassare l’obiettivo del 2040 se non riuscissero a proteggere adeguatamente i propri ecosistemi.

La posizione del Consiglio, infatti, sembra fare marcia indietro sulla protezione dei pozzi di assorbimento. Ignorando la principale causa del loro declino, ovvero le pratiche di raccolta forestale non sostenibili, gli Stati rischiano di eludere le proprie responsabilità.

Il WWF ricorda che l’UE ha l’obbligo giuridico internazionale di proteggere e potenziare i pozzi naturali di carbonio, come stabilito dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e ribadito dal recente parere della Corte internazionale di giustizia del luglio 2025.

Prossimi passi: la parola al Parlamento europeo

Il Parlamento europeo voterà la propria posizione entro la fine di novembre. Il WWF chiede ai deputati di sostenere un obiettivo realmente ambizioso per il 2040, che escluda le compensazioni internazionali e le scappatoie, garantendo una riduzione effettiva delle emissioni all’interno dell’Unione.

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