UE ratifica il trattato ONU per l’alto mare: svolta per la protezione degli oceani
Mercoledì a New York, l’Unione europea e sei dei suoi Stati membri hanno ufficialmente ratificato il Trattato delle Nazioni Unite per la protezione dell’alto mare, in una mossa definita “storica” dai leader europei. L’accordo mira a difendere le acque internazionali, che rappresentano oltre il 60% degli oceani del pianeta, e a colmare un vuoto normativo cruciale per la tutela della biodiversità marina.
Cos’è il Trattato sull’alto mare e perché è importante
Conosciuto anche come Trattato BBNJ (Biodiversity Beyond National Jurisdiction), l’accordo è stato adottato nel 2023 dopo oltre un decennio di negoziati. L’obiettivo principale è proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030, in linea con gli impegni della comunità internazionale per affrontare la crisi climatica e quella della biodiversità.
Attualmente, meno dell’1% dell’alto mare è sottoposto a protezione effettiva. Il trattato introduce misure come:
Istituzione di aree marine protette
Regole per le attività economiche in alto mare
Valutazioni ambientali rigorose per progetti ad alto impatto
Unione europea in prima linea
A ratificare congiuntamente il trattato sono stati, oltre all’UE, Cipro, Finlandia, Ungheria, Lettonia, Portogallo e Slovenia. Francia e Spagna avevano già completato il processo nei mesi precedenti. Il numero totale di ratifiche sale così a 29 su 60 necessarie per l’entrata in vigore ufficiale.
Il commissario europeo per la pesca e gli oceani, Costas Kadis, ha definito la ratifica “un passo storico verso la salvaguardia degli oceani e dell’equilibrio del pianeta”.
Nel frattempo, la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva per integrare i principi del trattato nella normativa comunitaria.
Proteggere l’alto mare
Secondo Nathalie Rey, dell’Alleanza per l’alto mare, l’azione dell’UE rappresenta una “forte accelerazione” verso la piena attuazione del trattato. La leadership europea è vista come essenziale per dare impulso anche agli altri Stati firmatari.
“La protezione degli oceani non è facoltativa, è una priorità globale”, ha dichiarato Rey.
Con la Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani prevista a Nizza a giugno, l’Unione europea punta a consolidare il suo ruolo di guida nel processo internazionale.
Verso l’entrata in vigore: cosa manca?
Il trattato entrerà in vigore solo dopo la ratifica da parte di almeno 60 Stati. Attualmente, 115 Paesi lo hanno firmato, ma la firma rappresenta solo un impegno politico, non giuridico.
L’UE ha invitato le altre nazioni a procedere rapidamente con la ratifica, così da garantire l’operatività del trattato entro la conferenza di Nizza, evento simbolico per il futuro degli oceani.
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