Rincari, UNC: “Il +30% sui prezzi alimentari è insostenibile per gli italiani”
L’Unione Nazionale Consumatori (UNC) ha commentato con scetticismo i recenti dati Istat che mostrano un aumento dei prezzi alimentari in Italia (+30,1% dal 2019) inferiore alla media UE (+39,2%). Secondo il presidente dell’associazione, Massimiliano Dona, si tratta di una “magra consolazione e un dato fuorviante”.
Perché l’inflazione italiana è più dolorosa
Dona sostiene che il confronto delle percentuali non riflette il reale costo della vita. “Gli indici ci danno solo un’idea della variazione, non del livello assoluto dei prezzi”, spiega. Il presidente dell’UNC sottolinea che i prezzi in Italia erano già molto alti da anni e, soprattutto, gli stipendi non sono stati adeguati all’inflazione per decenni. Per questo, l’aumento del 30,1% è “molto più insostenibile per le famiglie italiane rispetto a quelle tedesche” che hanno subito un rincaro maggiore ma partivano da una base economica più solida.
Non solo cibo: tutti i rincari che pesano sulle tasche
L’analisi dell’UNC si allarga oltre il settore alimentare, mostrando un quadro di rincari diffusi che non lasciano presagire nulla di buono per i bilanci familiari:
- Olio e grassi: +61,3%
- Energia elettrica: +57,5%
- Gas: +46,1%
- Servizi di alloggio: +45,7%
- Trasporto aereo passeggeri: +109,4%
“Non c’è da stare allegri”, conclude Dona, ribadendo che la situazione economica per i consumatori italiani rimane estremamente critica nonostante i dati statistici possano suggerire il contrario.
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