Rincari, la denuncia dell’UNC: famiglie costrette a risparmiare sul cibo
Secondo i dati Istat diffusi il 3 ottobre 2025, le vendite al dettaglio in Italia ad agosto hanno registrato un lieve calo mensile dello 0,1% in valore, mentre su base annua segnano un +0,5%. Tuttavia, dietro a questi numeri apparentemente positivi si nasconde una realtà preoccupante per i consumatori italiani, come sottolinea l’Unione Nazionale Consumatori (Unc).
Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, definisce i dati “sconfortanti”: il lieve rialzo nelle vendite alimentari su base annua (+1,6% in valore) è in realtà frutto dell’aumento esagerato dei prezzi, con i prodotti alimentari che ad agosto sono cresciuti del 4% in prezzo. Questo fenomeno si traduce in un netto calo dei volumi acquistati (-2,2%), evidenziando che le famiglie spendono di più per comprare meno cibo rispetto all’anno precedente.
In termini concreti, considerando gli acquisti alimentari di una famiglia media, si stima che su base annua la spesa reale in quantità si sia ridotta di circa 240 euro a prezzi 2024, mentre una coppia con due figli compra oggi 347 euro in meno di cibo rispetto ad agosto 2024.
I dati Istat confermano inoltre una flessione sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,3%) per le vendite totali ad agosto rispetto a luglio, con una riduzione che riguarda sia i beni alimentari sia quelli non alimentari. Per i beni non alimentari si osserva un calo tendenziale sia in valore (-0,2%) che in volume (-0,6%).
Questa contraddizione tra aumento dei prezzi e calo dei consumi è fonte di preoccupazione per il potere d’acquisto delle famiglie e preannuncia possibili ulteriori tagli ai consumi nei prossimi mesi, specialmente con l’imminente arrivo dell’autunno e i probabili aumenti delle spese obbligate e delle bollette energetiche.
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