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“C’è Puzza di Gas”, allarme in Veneto: 65 punti con concentrazioni di metano oltre i limiti

“C’è Puzza di Gas”, allarme in Veneto: 65 punti con concentrazioni di metano oltre i limiti

Dal 6 all’8 ottobre, Legambiente ha condotto una campagna di monitoraggio su 14 infrastrutture a gas in Veneto, tra stazioni di valvola e impianti di regolazione e misura, situati nelle province di Rovigo, Venezia, Padova e Vicenza. Su un totale di 14.641 punti di misura validi, sono stati rilevati 65 superamenti della soglia di 500 ppm di metano, valore oltre il quale la normativa europea impone interventi correttivi obbligatori.

Questi dati sono stati raccolti nell’ambito della campagna “C’è Puzza di Gas – Per il futuro del Pianeta non tapparti il Naso”, con l’obiettivo di evidenziare le emissioni fuggitive lungo la filiera del gas fossile e il loro impatto ambientale e climatico.

Emissioni oltre la soglia

Le analisi hanno interessato valvole, flange, tubature e sfiati in 14 impianti. Le rilevazioni, effettuate con il cosiddetto “naso elettronico”, sono state condotte dall’esterno dei siti, con una certa distanza dal punto di emissione. Per questo motivo, Legambiente definisce i risultati come cautelativi.

Nonostante la metodologia conservativa, il 48,2% dei punti misurati ha mostrato concentrazioni superiori ai 10 ppm, ben oltre il valore di fondo naturale di 2 ppm. Se le rilevazioni fossero avvenute a un metro di distanza dalle fonti di emissione, lo 0,9% sarebbe stato classificato come “alto”, il 47,1% come “medio”, il 41,3% “basso” e solo il 10,7% come “irrilevante”.

Le stazioni più critiche

Tra le infrastrutture più problematiche spicca la stazione di valvola di Adria, in provincia di Rovigo, dove sono stati rilevati 31 punti oltre i 500 ppm su 241 misurazioni. In questo sito, alcune flange hanno registrato una concentrazione media di 659 ppm, e l’11,6% delle misure ha superato i 1.000 ppm, valore classificato come elevato.

Anche la stazione di valvola di Mirano, in provincia di Venezia, ha mostrato criticità: su due elementi analizzati (valvole e un bullone arrugginito), il 33,7% dei punti ha presentato concentrazioni tra 100 e 1.000 ppm.

A Campodarsego, nel Padovano, il 19,8% dei punti misurati ha mostrato livelli medi di metano. Tre punti hanno superato i 500 ppm, contribuendo al quadro generale delle emissioni non controllate.

Dispersioni diffuse lungo tutta la rete

Oltre alle aree già citate, Legambiente ha individuato dispersioni anche in altri siti della regione. A Villadose, sempre in provincia di Rovigo, sette punti hanno superato la soglia. A Noventa Padovana, due punti critici sono stati identificati in una flangia e un gruppo di sfiati.

Nel Vicentino, a Grisignano di Zocco, due impianti hanno mostrato ciascuno un superamento. A Ghizzole (Montegaldella), quattro misure oltre i 500 ppm sono state rilevate in un impianto REMI. A Marghera, un solo punto ha superato la soglia, mentre a Mirano ne sono stati identificati ben quindici.

Problema climatico, economico e normativo

Secondo Legambiente, il problema delle emissioni fuggitive lungo la filiera del gas fossile ha ricadute dirette su ambiente e cittadini. Il gas disperso non solo contribuisce all’effetto serra, ma rappresenta uno spreco economico che incide sulle bollette energetiche.

Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente, sottolinea come le emissioni di metano siano aumentate dal 1990 al 2023, passando dall’11% al 14% sul totale dei gas serra. La mancanza di norme stringenti e la spinta verso nuove infrastrutture a gas rischiano di compromettere i progressi fatti nel settore energetico.

L’appello di Legambiente

Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, ribadisce l’urgenza di non sottovalutare le perdite, anche se numericamente limitate. Sommate, costituiscono una perdita significativa sia per l’ambiente che per il sistema energetico nazionale.

L’associazione chiede di mantenere alta l’attenzione sul tema, promuovere controlli frequenti e adottare norme più rigorose per ridurre le emissioni, tutelare la salute dei cittadini e accelerare la transizione energetica.

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