Loading Now

West Nile: in Europa quasi mille casi nel 2025, l’Italia è il Paese più colpito

Virus West Nile Lazio

West Nile: in Europa quasi mille casi nel 2025, l’Italia è il Paese più colpito

Allo scorso 3 ottobre, sono stati segnalati 989 casi umani di infezione da virus West Nile (WNV) in 13 Paesi europei, con una netta predominanza in Italia. Le prime infezioni sono state rilevate a giugno, con l’ultimo caso confermato a fine settembre. Sebbene il numero totale superi la media decennale per questo periodo (687 casi), resta inferiore ai picchi degli anni 2018, 2022 e 2024, quando si registrarono oltre 1.200 casi nello stesso arco temporale.

L’Italia al centro dell’epidemia

L’Italia è il Paese più colpito, con 714 casi umani confermati e 48 decessi, pari a un tasso di mortalità del 6,7 per cento. Si tratta del numero più alto mai registrato nel Paese entro i primi nove mesi dell’anno. Le regioni più colpite sono il Lazio (252 casi, soprattutto nelle province di Latina, Roma e Frosinone) e la Campania (124 casi). Altre regioni riportano numeri simili a quelli degli anni precedenti.

Diffusione geografica

Nel 2025, i casi autoctoni di West Nile sono stati notificati in 139 regioni di 13 Paesi europei, rispetto alle 179 regioni in 18 Paesi nello stesso periodo del 2024. Trentaquattro regioni hanno riportato per la prima volta infezioni umane, molte delle quali in Italia, tra cui Genova, Sondrio, Brindisi, Palermo e Sud Sardegna. Anche altri Paesi come Grecia, Spagna, Francia e Croazia hanno segnalato casi in aree finora indenni.

Caratteristiche dei casi umani

La maggior parte dei casi riguarda uomini con almeno 65 anni. Circa l’88 per cento dei pazienti è stato ricoverato, e nel 56 per cento dei casi si sono verificate manifestazioni neurologiche. Questi numeri sono leggermente inferiori alla media del decennio, ma confermano che la sorveglianza tende a identificare i casi più gravi. La mortalità complessiva è attualmente del 7 per cento, in calo rispetto al 10 per cento medio del decennio.

Focolai negli animali: Italia in prima linea

Nel 2025 sono stati segnalati 127 focolai di West Nile tra equidi e 217 tra uccelli. I primi casi risalgono a gennaio (in Germania per gli equidi) e febbraio (in Italia per gli uccelli). L’ultimo focolaio è stato notificato il 26 settembre.

Tra gli equidi, i focolai sono stati rilevati soprattutto in Italia (59), Francia (37) e Croazia (10). Per quanto riguarda gli uccelli, l’Italia riporta 192 focolai, seguita da Germania, Belgio e Spagna. Tra le specie più colpite ci sono corvo cornacchia e gazza.

Emergenza in nuove aree

In 23 regioni europee i focolai animali sono stati notificati per la prima volta nel 2025. Il Belgio ha riportato i primi casi tra gli uccelli, senza però registrare infezioni umane autoctone. In Grecia, nella zona di Thasos-Kavala, è stato rilevato un focolaio tra gli equidi dopo 12 anni di assenza.

Alcuni focolai identificati in inverno, quando l’attività delle zanzare è molto bassa, potrebbero non indicare una trasmissione attiva ma riflettere la persistenza di materiale virale o anticorpi.

Un virus in espansione

L’espansione geografica del virus West Nile sembra essere favorita da una combinazione di fattori climatici, ambientali e ecologici. Zone umide, aree agricole e temperature elevate offrono condizioni ideali alla proliferazione delle zanzare vettori. Inoltre, l’aumento della sensibilità dei sistemi di sorveglianza e la maggiore attenzione nelle zone storicamente indenni hanno contribuito a una rilevazione più estesa.

Attesa una riduzione della trasmissione

Con l’arrivo di condizioni climatiche meno favorevoli, è previsto un calo delle nuove infezioni e dei focolai nelle prossime settimane. Storicamente, il picco della trasmissione del virus West Nile si registra tra agosto e settembre. Tuttavia, la circolazione virale potrebbe essere stata sottostimata, sia per i ritardi nella segnalazione, sia perché molte infezioni sono asintomatiche.

Share this content: