West Nile e malattie infettive, allarme dei medici Sima sulla morti per fattori ambientali
L’aumento delle temperature, unito all’intensificarsi di fenomeni meteorologici estremi, sta modificando il comportamento e la diffusione di zanzare, zecche e altri vettori di malattie infettive come il West Nile Virus. A lanciare l’allarme è la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), che attraverso un articolo pubblicato sull’International Journal of Environmental Medicine sottolinea il forte legame tra cambiamenti climatici e salute pubblica.
“Oggi quasi 1 decesso su 4 a livello globale è legato a fattori ambientali come l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo”, afferma il presidente di SIMA, Alessandro Miani.
Tra i rischi più evidenti, spicca la diffusione di malattie trasmesse da vettori, come il virus West Nile, già segnalato in diverse regioni italiane. Il clima impazzito, tra ondate di caldo, siccità e piogge improvvise, crea condizioni ideali per la proliferazione di questi organismi.
Dati allarmanti: 250.000 decessi in più all’anno entro il 2050
Secondo le stime più accreditate, tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico sarà responsabile di oltre 250.000 decessi aggiuntivi ogni anno. Malnutrizione, stress termico, malaria, dengue e malattie respiratorie da inquinamento troveranno un terreno sempre più fertile.
Le città, epicentro della sfida climatica e sanitaria
Con il 75% della popolazione europea già concentrata in ambienti urbani (e con una proiezione al 68% a livello globale entro il 2050), le città diventeranno il fronte principale della lotta al degrado ambientale e alla salute pubblica.
“È fondamentale integrare la natura nella vita urbana – spiega Miani – attraverso spazi verdi, regolamentazione dell’uso dei pesticidi, miglioramento del drenaggio urbano”.
La salute non può più prescindere dall’ambiente
SIMA propone un cambio di paradigma che coinvolga urbanistica, sanità e sostenibilità ambientale in una visione integrata, in linea con l’approccio internazionale One Health.
Ripristinare il nostro legame con la natura, conclude Miani, “non è un lusso ma una necessità urgente e scientificamente fondata”.
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